Tre sconfitte in tre giorni, per il governo Crocetta. Dunque, per il governatore continua a essere un incubo la riforma delle Province che da giorni tiene banco in Aula tra bagarre e polemiche. Ieri, a dire il vero, le acque a Sala d’Ercole erano più calme. Ma il governo ha incassato un altro ko. L’Ars, infatti, ha approvato, con voto segreto, l’articolo 2 del ddl sulla riforma delle Province e che disciplina l’adesione da parte dei Comuni ad altro Libero consorzio. Entro sei mesi dall’approvazione della legge, infatti, i Comuni con delibera dei relativi consigli comunali, a maggioranza di due terzi, potranno stabilire di costituire un nuovo Libero consorzio, purché rispettino il limite minimo dei 180 mila abitanti, come previsto da un emendamento su cui la maggioranza è andata sotto (nel testo originario il tetto era 150mila abitanti). Il voto del Consiglio comunale, in ogni caso, dovrà passare al vaglio di un referendum confermativo, come prevede un emendamento del M5S, approvato l’altra sera. Si ritornerà in Aula martedì alle 16.
Intanto la riforma continua ad alimentare polemiche. Per il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, si tratta di “una norma informe” frutto più di una “sommatoria di singoli voti pro o contro il governo che non di una riflessione sul ruolo e le funzioni dei nuovi soggetti istituzionali”. Per l’ex segretario regionale Pd, Giuseppe Lupo, in questo scenario “il M5S fa l’ago della bilancia di una maggioranza che traballa”. Quindi, “piuttosto che procedere a colpi di maggioranza, meglio tentare l’intesa con tutte le forze parlamentari”. Dall’opposizione, si eleva la voce del deputato regionale, Nello Musumeci – duro oppositore di questa riforma – secondo il quale, il governatore dovrebbe correggere “un disegno di legge che, se approvato, produrrebbe devastanti danni, come la moltiplicazione dei costi e l’espropriazione del voto per 4 milioni di siciliani”.