Il tempo stringe. La premier in pectore Giorgia Meloni lavora senza sosta sui principali dossier e per la formazione del nuovo governo. Anche dalle parti di via della Scrofa riconoscono che si sta ormai entrando nella “settimana calda”, quella in cui si dovrà per forza di cose trovare l’intesa nel centrodestra sulla presidenza delle Camere, convocate per giovedì prossimo, e a ruota sulla squadra di governo.
Dagli uffici di Fratelli d’Italia a Montecitorio, Meloni continua a confrontarsi con i suoi fedelissimi. Nei prossimi giorni vedrà Matteo Salvini e Silvio Berlusconi per fare il punto della situazione e per capire come risolvere il complicato puzzle dei ministeri, tra le richieste arrivate da Lega e Forza Italia e la necessità di inserire profili tecnici per rendere il prossimo Cdm “più autorevole e di alto profilo possibile”. Le trattative tra la premier in pectore e gli alleati ancora vanno avanti a rilento, né il leader del Carroccio né il Cavaliere intendono mollare la presa.
Resta sempre da sciogliere il ‘nodo’ del titolare dell’Economia, mentre Salvini non sembra voler mollare sulla questione del Viminale: fonti del Carroccio hanno fatto sapere che “non ci sono veti di alcun tipo su Salvini, il cui ottimo lavoro ai tempi del Viminale non è in discussione”. Vera battaglia o pre-tattica? Quel che è certo è che il segretario (per cui si parla anche di un possibile incarico alle Infrastrutture) ha detto in un incontro a porte chiuse a Saronno di voler chiedere per la Lega il ministero della Famiglia, con un particolare focus sulla natalità, considerata una “emergenza nazionale”. Sul fronte di Forza Italia (che dice no a un governo con molti tecnici) resta aperta la questione legata a Licia Ronzulli. Per lei sarebbe stato chiesto il ministero della Sanità, ma su questa posizione ci sarebbero molti dubbi da parte della Meloni. Comunque vada, ha ribadito Maurizio Gasparri, “ci aspettiamo una condizione paritetica rispetto alla Lega”.
Secondo indiscrezioni, la casella dove Meloni vorrebbe sicuramente un tecnico è quella dell’Economia. E fino all’ultimo cercherà di far cambiare idea a Fabio Panetta dopo il no arrivato dal membro della Bce. L’alternativa potrebbe essere rappresentata dall’amministratore delegato di Cdp Dario Scannapieco, le cui quotazioni però sono date in discesa. Resta in campo quindi l’ipotesi di affidare il Mef all’ex ministro Domenico Siniscalco, che potrebbe a quel punto essere affiancato da sottosegretari politici: per FdI Maurizio Leo, per la Lega Federico Freni, per FI Gilberto Pichetto Fratin. Per il Viminale il nome più gettonato è quello del prefetto Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto di Matteo Salvini, che potrebbe però spingere per Giulia Bongiorno.
Il segretario della Lega invece si “accontenterebbe” del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (dicastero accostato anche a un altro leghista, Edoardo Rixi) o di quello dell’Agricoltura, ma vorrebbe anche quello della Famiglia, da affidare all’europarlamentare leghista Simona Baldassarre, ma Fdi potrebbe controbattere con Isabella Rauti. Meno problematica, in apparenza, la casella degli Affari Ue, che dovrebbe andare all’europarlamentare di FdI Raffaele Fitto. In quota Forza Italia, poi, Tajani viene accostato agli Esteri, Anna Maria Bernini, infine, all’Istruzione.