Gran Bretagna alle urne: May verso riconferma, Corbyn ancora ci crede

8 giugno 2017

Urne aperte in Gran Bretagna per le politiche. Elezioni che hanno avuto una campagna elettorale oscurata da due attacchi jihadisti, mentre i sondaggi non riescono a trovare un accordo sull’esito del voto di oggi. Se in linea di massima la vittoria dei conservatori al governo è data per certa, il distacco tra i due principali partiti nei sondaggi varia da 12 a un punto percentuale. I Tories tremano perché con i numeri che circolano e le particolarità del sistema elettorale uninominale, si manifesta il rischio di un “hung parliament”, un parlamento senza maggioranza. Intanto il bilancio delle vittime dell’attentato di sabato a Londra è salito a otto (solo una è di nazionalità britannica, gli altri sono tutti stranieri) dopo che la polizia ha annunciato che è stato recuperato un corpo nel Tamigi durante la ricerca di un francese disperso. La premier conservatrice Theresa May e il leader del principale partito d’opposizione laburista Jeremy Corbyn hanno lavorato molto nelle aree urbane che potrebbero fare la differenza. La May ha lasciato di stucco i britannici quando il 18 aprile ha annunciato il voto anticipato, che fino ad allora aveva sempre escluso. Con un calcolo pragmatico May ha puntato a trasformare il dominio dei conservatori nei sondaggi in una maggioranza altrettanto solida in parlamento, dove il partito aveva un vantaggio di soli 17 seggi su 650. Il suo scopo finale, arrivare al negoziato per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea con un sostegno forte e le mani libere.

Ma il terreno ha cominciato a cedere sotto i piedi di May quando il dibattito elettorale si è spostato dalla Brexit, la carta migliore della premier, alla politica interna, alle questioni sociali, alla sicurezza, sulle quali Corbyn si è rivelato più forte. I sondaggisti, che godono ormai di pessima reputazione dopo i clamorosi errori delle legislative del 2015 e del referendum sulla Brexit, dicono che i Tories vinceranno. Ma a seconda della metodologia danno al partito di May una maggioranza di 50 seggi o di nessun seggio. May fatica a ridare lustro al suo messaggio che è una leader “forte e stabile”, in grado di combattere a Bruxelles, dove i colloqui formali sulla Brexit inizieranno il 19 giugno. “Se si sbaglia quel negoziato le conseguenze saranno tremende” ha ripetuto più volte. Corbyn, socialista di lungo corso, ha puntato molto in campagna elettorale sulla difesa del servizio sanitario nazionale (NHS), istituzione amatissima dai britannici. “I conservatori hanno passato gli ultimi sette anni a distruggere l’NHS, la nostra istituzione nazionale più orgogliosa. Il nostro NHS non può reggere altri cinque anni senza fondi, senza personale e in balia delle privatizzazioni” ha detto. Corbyn continua a essere percepito come un leader improbabile (ha dovuto sventare più di una rivolta interna), ma durante la campagna ha preso fiducia e slancio e i suoi comizi attraggono regolarmente grandi folle entusiaste, un po’ come è stato con Bernie Sanders, lo sfidante democratico di Hillary Clinton per la Casa Bianca. Ad aiutare veramente il Labour però è stato un incidente dei Tories, il quali hanno infilato nel loro programma elettorale una proposta per far pagare le cure sanitarie agli anziani, che i tabloid hanno subito soprannominato la “dementia tax”, la “tassa sulla demenza”.

Leggi anche:
Il vicepresidente del CSM si schiera col governo: stop al “diritto creativo” dei magistrati

In estrema e cinica sintesi, i pensionati britannici, lo zoccolo duro dell’elettorato conservatore, hanno cominciato ad augurarsi una morte rapida per evitare di pagare i costi legati alle cure necessarie per chi soffre di malattie croniche. May è stata costretta a ritirare la proposta, guadagnandosi l’etichetta di leader inaffidabile. Un motivetto ska a lei dedicato, “Liar, liar, liar” (bugiarda, bugiarda, bugiarda) ha scalato le classifiche musicali nazionali. Corbyn ha trovato un altro appiglio per attaccare May nella sicurezza, un campo sul quale i conservatori sono tradizionalmente più forti dei laburisti nella testa degli elettori. May è a capo del governo da luglio scorso e in precedenza è stata per sei anni ministra dell’Interno. Corbyn, dopo gli attacchi jihadisti di Manchester e Londra, l’ha attaccata per aver tagliato gli organici della polizia da ministro e ha promesso di assumere più poliziotti di quartiere, in modo da creare una protezione contro il jihadismo fin dalle basi. “Le aspettative dei sondaggi sono estremamente divergenti” sintetizza John Curtice, professore di politica della Strathclyde University in Scozia. Secondo il professore l’esito del voto dipende dalla partecipazione dei giovani, che sostengono a stragrande maggioranza i laburisti. Il professore dell’University of London Eric Kaufmann concorda, ma nota che tradizionalmente l’affluenza dei giovani alle urne britanniche è bassa. “Mon c’è motivo per cui debba crescere” ha detto. “Io sto con i sondaggi generali che dicono che i Tories aumenteranno al loro maggioranza di circa 25 seggi… Una buona maggioranza, non tanto alta quanto si pensava a un certo punto, ma abbastanza solida”. I primi exit poll sono previsti per le 22 ore locali (le 23 in Italia), anche se saranno dati da prendere con tutte le accortezze. Per i primi risultati nelle prime contee, invece, bisognerà aspettare le 2-3 del mattino, mentre intorno alle 7-8 del mattino saranno diffusi i primi risultati definitivi, ma solo nel caso in cui la premier Theresa May risulti vincitrice con un grande distacco.

Leggi anche:
La Russia alza la tensione: il missile Oreshnik e la minaccia all’Europa

 

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti