Grasso, riforma Regolamenti Senato e’ una necessita’

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La sfida della riforma delle procedure parlamentari e’ una “necessita’”, “perseguibile se si riconoscono i principi di rappresentanza, di governabilita’, di leale collaborazione tra i poteri dello Stato, di cooperazione, come comune terreno di condivisione tra maggioranze, opposizioni e minoranze”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo al convegno ‘Quali, limitate, riforme del Regolamento sono ancora possibili in questa Legislatura?’ che si e’ tenuto a Palazzo Giustiniani. “Dopo vari tentativi di riforma della Costituzione e in particolare del bicameralismo, e’ quanto mai opportuno chiedersi se vi sia una strada piu’ immediata e condivisa per razionalizzare la dinamica dei rapporti tra Parlamento e governo, da un lato, e i meccanismi di interazione tra i due rami del Parlamento, dall’altro”, ha premesso Grasso secondo il quale “un lavoro congiunto tra i due rami del Parlamento puo’ innanzi tutto individuare e approfondire diverse opzioni per la semplificazione della navette”. Il presidente del Senato nel corso del suo intervento ha proposto numerosi esempi di modifiche: “uniformare il criterio di computo degli astenuti secondo quanto previsto per la Camera dei deputati – dove gli astenuti non influiscono sulla maggioranza”; “Escludere, quale misura antiostruzionistica, la possibilita’, al Senato, della previa verifica del numero legale, peraltro per prassi garantito dalla maggioranza, per l’approvazione ad inizio di seduta del processo verbale della seduta precedente”; “Chiarire se per la programmazione dei lavori, il calendario risponda ad un criterio di maggioranza – escludendo un ruolo di eventuale mediazione da parte del Presidente dell’Assemblea”.[irp]

E ancora.”Verificare se la posizione della questione di fiducia possa travolgere sia gli emendamenti sia gli ordini del giorno ed assorbire altresi’ il voto finale del disegno di legge, come previsto in Senato, ovvero mantenere i limiti di tempo (24 ore) e procedura (doppio voto) indicati dal Regolamento della Camera; “Rafforzare il ruolo della Presidenza per il vaglio di ammissibilita’ degli emendamenti ovvero, in alternativa, nel caso di posizione della questione di fiducia, riconoscere all’Esecutivo una responsabilita’ propria e incomprimibile anche per i profili di omogeneita’ e coerenza che possono successivamente essere oggetto di valutazione da parte del Presidente della Repubblica o della Corte Costituzionale; “Prevedere, anche in ragione di prassi ormai convergenti tra i due rami del Parlamento, il carattere eccezionale del voto segreto e un’interpretazione restrittiva comune tra i due Regolamenti; “Razionalizzare i tempi di intervento escludendo nella fase di votazione degli emendamenti la possibilita’ di dichiarazioni di voto, di continua riapertura della discussione”; “Fissare il principio di corrispondenza tra Gruppo parlamentare e Partito/Movimento Politico/Aggregazione di Partiti che abbiano presentato alle elezioni propri candidati eletti con lo stesso contrassegno” per “contrastare il trasfughismo individuale” escludendo cosi’ “la costituzione di Gruppi in deroga e del Gruppo Misto”. Grasso ha sottolineato come molte di queste previsioni siano contenute “nei progetti di revisione dei Regolamenti avviati al Senato e alla Camera all’inizio della corrente legislatura, interrotti in concomitanza con la discussione della riforma costituzionale, che oggi potrebbero essere ripresi ed approvati all’unanimita’, stante la loro auspicabile condivisione necessita’ ed urgenza”. “Il bicameralismo – ha sostenuto infine – puo’ essere profondamente trasformato attraverso l’innovazione delle procedure parlamentari se viene interpretato non in termini competitivi o conflittuali, bensi’ di collaborazione, specializzazione, integrazione”.