“Grazie ragazzi”, Albanese: fare l’attore è un lavoro crudele

“Grazie ragazzi”, Albanese: fare l’attore è un lavoro crudele
9 gennaio 2023

Dopo i successi di “Mamma o papà” e “Come un gatto in tangenziale” il sodalizio tra Antonio Albanese e Riccardo Milani continua con “Grazie ragazzi”, dal 12 gennaio nei cinema. Albanese interprete un attore semi-disoccupato che per sbarcare il lunario doppia film porno. Un giorno però gli viene offerto un lavoro come insegnante di un laboratorio teatrale all’interno di un carcere. L’impresa di mettere in piedi uno spettacolo con quell’improbabile compagnia riaccende in lui la passione per il teatro e la recitazione.

Albanese racconta: “Lui trova in questi corpi, in questi esseri umani, la verità. Fare l’attore, come dico sempre io, è un lavoro molto crudele in un certo senso, perché devi comunque far fuoriuscire le tue emozioni, le tue esperienze. Si dice sempre che si diventa attori dopo i 30 anni, quindi dopo aver accumulato esperienze, gioie ma per fortuna anche delusioni. Io godo nel cercare di diventare quell’altra persona e di cercare per il pubblico di trasferire delle emozioni e con questa combinazione spazio-attori felici di entrare in scena insieme per questa storia si sono accesi delle micce interessanti, degli attimi fuggenti, alla Walt Whitman, no? Degli attimi fuggenti: sai, a volte ne basta pochi ma quei pochi sono sublimi, belli”.

Vinicio Marchioni, Giacomo Ferrara, Giorgio Montanini e Andrea Lattanzi interpretano i detenuti che portano al successo lo spettacolo “Aspettando Godot” nato da quel laboratorio teatrale e Sonia Bergamasco è la direttrice del carcere. A proposito del lavoro con gli attori, sia professionisti che improvvisati, come possono essere quelli che frequentano un laboratorio in carcere, Milani dice: “Io per il mestiere dell’attore ho una specie di ammirazione e mistero insieme, non riesco mai a decifrarlo fino in fondo perché loro hanno una capacità di esporsi che io non ho e che comunque fa passare delle cose. E’ il tramite per far passare dei concetti, dei sentimenti, delle passioni, delle contraddizioni. Quando questa cosa qui la fanno persone così distanti diventa enorme, diventa affascinante, diventa una cosa che si rimane stupiti e felici nello stesso tempo”.

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