2010 La crisi greca arriva sui tavoli della politica europea solo all’inizio dell’aprile del 2010 quando l’UE si impegna a garantire un prestito da 30 miliardi mentre il Fmi è pronto a sborsare 13 miliardi. Ma il 23 dello stesso mese il premier Papandreu definisce la Grecia “una nave che affonda” e chiede un piano di aiuto mentre il bond a 10 anni sale al 6%. A maggio l’Europa stacca un assegno da 80 miliardi ai quali si aggiungono quasi 30 miliardi dal Fmi. Decolla il primo programma di aiuti e si mettono le basi per la creazione del fondo salva Stati. La Grecia si impegna a varare una serie di riforme su fisco e competitività oltre a un programma di privatizzazioni. Il rendimento del bond greco sale al 7,50%.
2011 All’inizio del 2011 la situazione in Grecia peggiora, le agenzie S&P, Moody’s e Fitch declassano i titoli greci a livello spazzatura e il titolo decennale vola all’11%. A maggio la Grecia annuncia che slitterà di due anni al 2016 l’obiettivo di un deficit/pil al 3%. Passano tre mesi e si rende necessario un nuovo prestito per un totale che sale a 160 miliardi e Papandreu ara un rimpasto di governo. L’ex presidente della Bce Jean-Claude Trichet è contrario al coinvolgimento del Fmi. La crisi greca e del debito sovrano deve essere affrontata all’interno dell’Europa. A ottobre un drammatico Eurogruppo riesce a varare il potenziamento del fondo salva stati e apre ai negoziati per l’haircut del debito greco in portafoglio di investitori privati, circa 100 miliardi di euro. Il rendimento del decennale greco vola intanto al 18%. A novembre Papandreu si dimette, arriva un governo di unità nazionale guidato da Lucas Papademos, già vice presidente Bce. Vara una finanziaria lacrime e sangue. A fine anno il bond greco schizza al 23%.
2012 A febbraio il governo vara nuove misure di austerità come il taglio del salario minimo, la riduzione di 150mila dipendenti pubblici. Ma i mercati sono spaventati, lo spread vola e il bond decennale tocca un rendimento record del 36%. A marzo arriva l’accordo per la ritrutturazione del debito. A maggio le elezioni politiche, il risultato è l’ingovernabilità. Nuova Democrazia è il primo partito ma non ha la maggioranza. Si torna alle urne a giugno e il leader di Nuova Democrazia Samaras diventa premier sostenuto anche dal Pasok. Bce, Commissione Ue e Fmi siglano con la Grecia un nuovo programma di aiuti abbattendo il tasso di interesse che grava su Atene e allungando le scadenze. In totale 240 miliardi di euro. Nuova finanziaria con tagli per 10 miliardi mentre il Pil crolla del 4,5% e il titolo decennale oscilla intorno al 26%.
2013 Samaras chiude la tv di Stato e licenzia in tronco 2.700 dipendenti. A ottobre il governo prevede una crescita del pil dello 0,6% dopo un crollo del 23% dal 2008 al 2013. Ad aprile dopo 5 anni il governo torna sui mercati finanziari con una emissione a sei mesi e un tasso di interesse del 5,8%.
2014 Samaras e il Pasok anticipano le elezioni per il presidente della repubblica ma fanno male i calcoli. Si torna a votare.
2015 Alle elezioni del 25 trionfa Syriza e Tsipras (foto home)diventa premier con il sostegno determinante dei due deputati di estrema destra. Con il ministro delle finanze Varoufakis parte un tour nelle cancellerie europee. Il nuovo governo punta a una ristrutturazione del debito e soprattutto non vuole rapporti con la Troika. Inizia un lungo negoziato mentre le condizioni dei conti della Grecia peggiorano drasticamente con un indebitamento totale con l’estero che arriva a 330 miliardi di euro e un debito pubblico pari al 180% del pil.