Politica

Grillo alla Camera per la legge taglia-stipendi deputati. Pd, sagra della demagogia

E’ scontro aperto tra Movimento 5 Stelle e Pd sul taglio degli stipendi dei parlamentari. Oggi la battaglia si e’ consumata essenzialmente a distanza, per lo piu’ via social network, con un duro attacco di Beppe Grillo a Matteo Renzi, mentre la seduta dell’Aula della Camera, che si preannunciava tesa, e’ tutto sommato filata via liscia, fatta eccezione per qualche attrito tra i deputati 5 Stelle e quelli dem. Domani andra’ in scena un nuovo round, che avra’ come palcoscenico anche la piazza: nel pomeriggio, quando l’Aula tornera’ a discutere la proposta di legge targata 5 Stelle, i pentastellati si riuniranno alle 15 davanti Montecitorio, dove hanno dato appuntamento ai militanti per un sit-in a sostegno della proposta di legge grillina. Ma il Pd e’ pronto alla controffensiva, che prevede anche la richiesta di rinvio del testo in commissione, visto che e’ approdato in Aula senza aver terminato il suo iter.

Le altre forze di opposizione hanno preannunciato proprie proposte sul taglio dei costi della politica (FI e’ per legare l’indennita’ all’ultimo stipendio prima delle elezioni, il Carroccio propone 6 giorni massimi di assenza e poi dimissioni), e il clima domani potrebbe surriscaldarsi. Il momento clou sara’ nel pomeriggio: la pdl (che secondo i pentastellati farebbe risparmiare circa 87 milioni di euro ai cittadini) a prima firma Roberta Lombardi, infatti, e’ al quarto punto del calendario dei lavori. Potrebbe essere una “giornata storica”, come ha scritto Roberta Lombardi su Facebook, ma domani sarà più probabilmente la giornata di un ennesimo scontro polemico-propagandistico fra il Movimento 5 stelle e il Partito democratico. Domani pomeriggio, infatti, l’aula della Camera dovrebbe iniziare le votazioni sulla proposta di legge per il dimezzamento delle indennità dei parlamentari. Beppe Grillo sarà nella tribuna del pubblico a Montecitorio, “scortato” da un centinaio di attivisti stellati, altri militanti saranno in piazza, pronti alla protesta se la maggioranza parlamentare boccerà o rinvierà in commissione il testo della proposta, come si attendono gli stessi proponenti. Primo atto oggi in aula, nella discussione generale, che non è entrata molto nel merito. Ad aprire la giornata in mattinata era stato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, chiedendo dalla sua pagina Facebook a Matteo Renzi di rendere conto ai cittadini della sua “vita di lusso”. In aula, è stata Lombardi, prima firmataria della proposta di legge, a sfidare gli avversari politici ad “andare in un bar qualunque di questa penisola e spiegare agli avventori che 3 mila euro di stipendio mensile, più 3.500 euro di diaria, più 3.690 euro di spese di esercizio mandato non sono appannaggio dignitoso per fare il parlamentare. Magari fatelo su Marte: lì – ha concluso – trovereste qualcuno che capisce il vostro discorso”.

Il M5S ha schierato i big nel dibattito, magari solo per discorsi da un minuto. Roberto Fico, rivolto ai banchi della maggioranza, ha sibilato: “Volete tenervi i soldi in tasca perché dovete sia restituire i soldi al partito che vi candida sia continuare a pagare il mutuo dei 30 mila euro della vostra candidatura, perché sennò non sareste stati messi in lista che avete pagato”. Alessandro Di Battista ha ironizzato sulle citazioni dotte o fuori tema di chi si oppone alla proposta; “hanno parlato – ha detto – di democrazia ateniese, della congiura di Catilina, di Virginia Raggi, di suffragio universale, di Alexandre Dumas…” ma alla fine erano “Verdini”. Dal Pd risposte altrettanto sarcastiche all’offensiva M5S, e molta attenzione alle peculiarità e alle stranezze della molto pubblicizzata rendicontazione delle spese personali dei deputati “grillini”. “Funziona così – ha osservato Emanuele Fiano – il sistema che loro immaginano: dimezziamo le indennità e poi facciamo come diciamo noi, i rimborsi spese e le diarie si possono utilizzare tutti, fino a 10, magari in alcuni mesi, 12 mila euro, basta che tu dica che le hai utilizzate per qualcosa. Basta che, per esempio, oltre ai rimborsi di viaggio che noi già abbiamo con i biglietti gratis, per tre mesi di seguito tu metta 3.223,70 euro, la stessa cifra identica”. Secondo Alessia Morani, “sul famoso sito tirendiconto.it ci sono cifre a casaccio, senza riscontri, senza scontrini, senza fatture”. Insomma, quella di oggi è la “sagra della demagogia”, secondo Marco Miccoli “per nascondere l’assenza totale di risultati ottenuti dai grillini in favore dei cittadini”. Ad entrare nel merito, con una creativa controproposta, è stato il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta, che ha preso di mira il modesto curriculum pre-elezioni di molti giovani parlamentari del M5S: “Proponiamo – ha spiegato – di calcolare l’indennità da corrispondere a deputati e senatori sulla base del reddito percepito prima dell’elezione”.

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