Grillo all’ambasciata cinese, polemica su Conte che rinuncia. Il comico sempre più solo

“Impegni personali” per l’ex premier. L’appuntamento era ignoto anche a Di Maio. Meloni: M5S quinta colonna Cina

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Per una forza che si dichiara ormai da tempo “moderata, atlantista, saldamente all’interno dell’Unione europea” (parole relativamente recenti del ministro degli Esteri Luigi Di Maio) un incontro dei suoi massimi vertici con l’ambasciatore cinese a Roma è un bello scatto di autonomia. Uno scatto talmente forte per il Movimento 5 stelle che alla fine non c’è. In ambasciata si presenta il solo garante e fondatore Beppe Grillo. Giuseppe Conte fa sapere che aveva “impegni concomitanti” e le fonti a lui vicine dicono di non sapere neppure se l’ex presidente del Consiglio avesse effettivamente messo in agenda l’appuntamento con Li Junhua, rappresentante diplomatico di Pechino in Italia. L’appuntamento, a quanto filtra da ambienti vicini alla Farnesina, era ignoto anche a Di Maio. Alla fine è lo stesso Conte a diffondere una dichiarazione nella quale parla di “impegni personali” e “polemiche pretestuose”.

Dopo che la notizia (confermata sia da fonti del Movimento che da ambienti dell’ambasciata) filtra sulle agenzie di stampa, sulla ghiotta occasione di polemica geopolitica si gettano diverse forze: la prima è la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, per la quale l’episodio dimostra che “i grillini sono la quinta colonna del regime cinese in Italia”. Segue la Lega, alleata nel governo Draghi, che con il vicepresidente della commissione Esteri della Camera Paolo Formentini manifesta “apprensione” e chiede che il M5S “chiarisca definitivamente l’ambiguità del suo rapporto con la Cina”. Il presidente dei senatori di Iv Davide Faraone, ai microfoni del Tg3, non informato del cambiamento di programma dell’ex premier, commenta così: “L’azione dei riformisti e di Italia viva è plasticamente visibile oggi con un G7 dove il presidente Draghi rappresenta i valori dell’atlantismo e dell’europeismo al fianco di Biden. Negli stessi momenti il vecchio premier Conte, che abbiamo mandato a casa, era all’ambasciata cinese con il comico Grillo”.

Di fatto, quindi, il primo impegno politico pubblico di Grillo dopo l’incidente del messaggio video a difesa del figlio Ciro accusato di stupro si risolve in un nuovo incidente che mette in imbarazzo il governo, con il presidente del Consiglio Mario Draghi impegnato in Cornovaglia nel G7, e costringe Conte a una frettolosa retromarcia. La Cina ha un miliardo e 400 milioni di abitanti e un prodotto interno lordo grosso modo equivalente a quello dell’intera Unione europea. Non è facile ricostruire, fra tanti silenzi e mezze parole delle fonti interessate, come possa essere nato l’equivoco di un appuntamento prima confermato e poi smentito con un interlocutore così importante, dal momento che si parla non solo del futuro leader del Movimento ma soprattutto di un ex capo del Governo. La scelta di Conte, comunque, è quella di andare al contrattacco. Dopo aver precisato che la sua assenza è dovuta a “impegni e motivi personali”, rivendica il suo attivismo para-diplomatico.

“Ho incontrato già nelle scorse settimane – spiega – vari ambasciatori e leader politici stranieri. L`ho fatto quale ex-presidente del Consiglio e leader in pectore del Movimento5stelle. L`ho fatto e continuerò a farlo anche nelle prossime settimane, incontrando leader e ambasciatori di tutti i continenti. Ho già preannunciato che il neo-Movimento avrà un respiro marcatamente internazionale. Faremo in modo che l`esperienza che ho maturato a livello internazionale sia un valore aggiunto per un Movimento che intende rinnovarsi profondamente. D`altronde le sfide più complesse che la politica deve affrontare hanno una dimensione globale e programmare un`azione meramente domestica significa pregiudicarsi la possibilità di un`azione politica veramente efficace”, conclude Conte. Resta da vedere se basteranno poche righe di dichiarazione per chiudere un caso che riscuoterà certamente interesse anche al di fuori dei confini nazionali.