Gli effetti dei risultati elettorali, che hanno visto il Movimento 5 Stelle invertire i rapporti di forza con l’alleato di governo, la Lega, continuano a farsi sentire all’interno del movimento pentastellato, e pongono dubbi sulla stessa tenuta del governo. E’ lo stesso Luigi Di Maio, dopo alcune richieste di passi indietro – tra le quali quelle del senatore Gianluigi Paragone che invita il vicepremier a lasciare qualche incarico – ad annunciare di essere disposto a farsi da parte se la base del Movimento lo chiederà.
Luigi Di Maio, in sostanza, gioca d’anticipo e chiede la fiducia agli iscritti e militanti, annunciando per domani una votazione on line su Rousseau, mettendo sul piatto il ruolo di capo politico. Una mossa a sorpresa che anticipa di poche ore l’assemblea congiunta dei parlamentari M5s di questa sera. “Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico” perche’ “non sono mai scappato dai miei doveri e se c’e’ qualcosa da cambiare nel Movimento lo faremo”, scrive il vicepremier pentastellato sul blog. “Nelle ultime quarantotto ore – aggiunge – hanno detto di tutto contro di me. Dichiarazioni di ogni tipo da ogni parte. La vita, per ognuno di noi, e’ fatta di diritti e doveri. Non scappa nessuno. Non mi sono mai sottratto ad alcuna responsabilita’, in questi anni ci ho sempre messo sempre la faccia”, rivendica Di Maio, che incassa la fiducia di Beppe Grillo.
Il cofondatore del Movimento blinda il capo politico – che oggi ha incontrato il premier Conte – e lo sprona ad andare avanti. “Luigi non ha commesso un reato, non e’ esposto in uno scandalo di nessun genere. E’ gia’ eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima”, scrive sul suo blog, dove riconosce la batosta elettorale (“il Movimento ha subito una sconfitta e questo movimento deve reagire a quello che e’ successo”), ma allo stesso tempo rivela che “la diffusione di dichiarazioni che discutono della delusione scaturita dalle urne, come se fosse un calo delle vendite per una multinazionale, e’ una ferita per me”. Ma sia chiaro, scandisce Grillo, “nessuna espiazione”, “siamo di fronte ad un fenomeno di rigetto dell’Italia peggiore nei confronti del Movimento: si vince e si perde insieme quando la minaccia non viene da dentro, deve restare chi e’ ancora in gara”.
Il cofondatore del Movimento non nasconde che “gli errori di metodo, certo, ci sono, ma nulla hanno a che fare con l’aver agito nel rispetto delle nostre premesse”. E conclude: “E’ semplicemente il colpo di coda di quella parte marcia del paese che crede di nascere assolta per diritto ereditario”. E se e’ vero che cresce il malcontento all’interno dei 5 stelle, con prese di posizione anche dure nei confronti dei vertici, oggi e’ anche il giorno della difesa di Di Maio, con molti esponenti pentastellati di primo piano che fanno quadrato attorno al leader: “Per quanto mi riguarda, confermero’ la fiducia a Luigi e mi auguro che in tanti facciano lo stesso”, afferma la sindaca di Torino Chiara Appendino. “In questo momento di sicuro non ci sono alternative a Luigi come capo politico”, sostiene il sottosegretario carlo Sibilia. “Totale fiducia a Di maio” viene ribadita anche dal Guardasigilli Alfonso Bonafede.
Anche Alessandro Di battista si schiera al fianco del vicepremier: “E’ un momento di difficolta’, del resto abbiamo appena preso una ‘scoppola’”, “abbiamo fatto un mucchio di cazzate evidentemente. Cazzate politiche, strategiche, comunicative, di atteggiamento”, ma “chi e’ in difficolta’ va sempre sostenuto. Va sostenuto dicendogli in faccia cosa non e’ andato bene e proponendo idee e cambiamenti”, conclude. “Fiducia in Di Maio, uniti si vincono battaglie”, afferma il capogruppo Francesco d’Uva. Appello all’unita’ e a rinnovare la fiducia in Di Maio arriva anche da Giulia Grillo. Non e’ da meno la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che rinnova al vicepremier la fiducia, invitandolo ad “andare avanti con determinazione”. Non mancano, tuttavia, attacchi e critiche: “Luigi Di Maio e’ una persona che ha perso 6 milioni di voti, non e’ all’altezza. Al suo posto chi vorrei? Roberta Lombardi, una persona specchiata e capace. E come vice Giulia Grillo M5s”, scrive Jacopo Fo in un tweet.
Per Andrea Colletti “il problema non e’ Luigi ma coloro che gli stanno intorno. E lo dicevo da tempo, da appena fatto il Governo con la Lega. Un leader politico si deve circondare di persone migliori di lui, non solo di fedelissimi, lecchini ed yes-men. Si deve circondare di persone leali, non di persone fedeli. E questo, in questi mesi, e’ mancato. Gli errori sono stati tanti”. “Se Di Maio dovrebbe dimettersi? Chi ha consegnato mani e piedi il movimento e ha rimesso il 50% dei voti deve prenderne atto”. Lo ha detto a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, Gregorio De Falco, senatore espulso dal M5S. “Io ho detto subito che DiMaio stava commettendo un errore schiacciandosi sulla Lega e annientando i propri valori: la solidarietà e dell’umanità non si possono disconoscere”, ha aggiunto De Falco.
Trova corretta la forma in cui, su Rousseau, è stata posta la domanda sul leader M5S? “Farsi giudicare da un ‘giudice amico’ è sbagliato, si chiede alla gente Di dare un consulto fuorviato e fuorviante come quello fatto sulla Diciotti”, ha concluso De Falco a Rai Radio1. E sempre alla stessa trasmissione radiofonica, è intervenuto Don Peppino Gambardella, padre spirituale di Luigi di Maio e parroco di Pomigliano D’Arco. “Domani preghero’ per Luigi di Maio, per il suo bene, per quello che sara’ piu’ giusto per lui e per il bene dell’Italia”. Il prete consiglia inoltre a Di Maio, di “far bene quello che sa, finche’ puo’ farlo. Se poi la piattaforma dovesse esprimere un parere negativo nei suoi confronti non c’e’ problema, la politica e’ un servizio”.