di Maurizio Balistreri
Una raffica di colpi bassi. Uno dopo l’altro. Nel mirino, in particolare, il presidente della Repubblica e il governatore della Sicilia. Uno show, quello di Beppe Grillo, andato in scena in serata nel corso della manifestazione ‘Sfiducia day’ contro il governatore Rosario Crocetta. Lo scenario, un palco allestito davanti al parlamento siciliano, avendo avuto il via libera dalla stessa istituzione. Una provocazione dietro l’altra. “La mafia è stata corrotta dalla finanza, prima aveva una sua condotta morale e non scioglieva i bambini nell’acido”. Eppoi: “Non c’è differenza tra un uomo d’affari e un mafioso, fanno entrambi affari: ma il mafioso si condanna e un uomo d’affari no”. Ed è convinto che “la mafia è emigrata dalla Sicilia ed è rimasta qualche sparatoria, qualche pizzo e qualche picciotto”.
Nella sostanza, questa la musica suonata per tutto il comizio dal leader del M5S. E’ un crescendo: “Nelle associazioni a delinquere non ci sono ormai più delinquenti, ma imprenditori, affaristi e magistrati”. Poi accende i riflettori sulla Sicilia, affermando che “le compagnie low cost straniere arrivano qua e dettano legge”. “Trapani – chiosa – oggi e’ nella merda, viviamo sotto scacco. Questo e’ un paese da ripensare, voglio capire cos’è’ quest’isola”. E ancora: “Siete autonomi senza autonomia, c’è’ il tutto e il contrario di tutto, siete un far West oscuro”. Ce ne è perfino per Andreotti e Berlusconi. “Perche’ in Sicilia siete cosi poveri? Perché’ siete sempre stati un bacino di voti da Andreotti a Lima ai 61 voti di Berlusconi”. E ora mirino su Crocetta: “Firmate nei banchetti per la sfiducia a questo qui e lo mandiamo via. Questo qui che non si capisce cosa sia, sotto ogni punto di vista”. Infine, il pesante affondo al Quirinale. “A Riina e Bagarella hanno già dato il 41 bis – conclude -. Un Napolitano bis sarebbe stato troppo”.