Grillo ‘marcia’ per No a Roma, pesa caso firme Palermo. M5s guarda Palazzo Chigi
CAMPAGNA REFERENDARIA Oggi, in Sicilia, cominceranno gli interrogatori e lunedì toccherà a Nuti e Mannino
“E’ solo una tappa del Treno tour”, è l’invito alla prudenza che arriva dal M5S: ma oggi a Roma, di fatto, comincia il rush finale della campagna a 5 Stelle per il No alla riforma. E a testimonianza del fatto che il corteo di oggi pomeriggio – 4 chilometri, dalla Basilica di San Paolo fuori Le Mura alla Bocca della Verità – non sia un appuntamento come gli altri, c’è la presenza di Beppe Grillo: il leader arrivato ieri nella Capitale, dove ha passato l’intera giornata in albergo prima di uscire a cena, guiderà la ‘Camminata per la Costituzione’ per l’intero percorso. Una camminata offuscata dal caso delle firme false di Palermo e dalla ‘grana’ delle sospensioni/espulsioni che i probiviri saranno costretti a prendere nei confronti dei deputati coinvolti. In serata, infatti, è stata ufficializzata la terna proposta da Grillo come membri del nuovo organo garante (subordinato al capo politico, comunque) del Movimento: Riccardo Fraccaro, Nunzia Catalfo e Paola Carinelli. Il più votato è stato il primo, l’unico, tra l’altro, ad avere un background giurisprudenziale.
I tre – accolti con freddezza dalla Rete – agiranno in prima battuta sulle sospensioni e le espulsioni esponendosi, di fatto, ai ricorsi degli ex che finora hanno assediato l’ex comico. E per la terna c’è, sin da subito, una grana da risolvere: quella di Riccardo Nuti e Claudia Mannino, i due deputati coinvolti nell’inchiesta delle firme false a Palermo. Oggi, in Sicilia, cominceranno gli interrogatori e lunedì toccherà proprio a Nuti e Mannino essere sentiti dai pm. Eppure, finora, dai due non c’è stato alcun segnale verso l’autosospensione. Per ora, spiegano dal M5S, i probiviri non interverranno. A questo punto potrebbero farlo lunedì, o comunque la settimana prossima. Mentre da Bologna – teatro del caso delle firme irregolari – giunge notizia della leggera sorveglianza affidata a Stefano Adani, l’ex M5S autore dell’esposto che ha innescato l’indagine e oggetto di minacce sul web e chiamate anonime. E i due casi rischiano di gettare un’ombra sul corteo che domani, nella città di Virginia Raggi, vedrà in prima fila Grillo, i ‘big’ del Movimento e la stessa sindaca, ormai scesa in prima persona nella battaglia referendaria.
Tanto che si prevede una massiccia presenza dei consiglieri M5S del Campidoglio nonché la partecipazione anche di alcuni esponenti della Giunta, incluso l’assessore all’Ambiente Paola Muraro. “Portate un simbolo tricolore, un braccialetto, una bandiera dell’Italia”, è l’invito del M5S ai militanti per dimostrare come ognuno, come sindaco, “proteggerà il territorio dalla riforma”. Il timore, però, sembra essere quello di non ottenere il colpo d’occhio di un corteo ‘oceanico’ targato 5 Stelle. Perché quella di Roma è la tappa più significativa della campagna M5S prima della chiusura nella Torino di Chiara Appendino. Una campagna su cui il M5S conta anche per aprirsi la strada al governo: se vince il No basta con gli esecutivi “provetta” e nessun tavolo con Berlusconi per la legge elettorale, sottolinea Luigi Di Maio ribadendo che, per i pentastellati, l’obiettivo è il voto prima possibile.