“Via dall’euro”. Parte campagna M5S
Il leader sfida Pizzarotti. Ma la base si organizza per discutere
Doveva essere la giornata dei sindaci, e in particolare di Federico Pizzarotti, il primo cittadino di Parma protagonista di molte critiche alla conduzione del Movimento 5 stelle. Ma Beppe Grillo non lascia la scena ai malumori e ai “dissidenti”. Nella seconda giornata di “Italia 5 stelle”, la kermesse in corso a Roma al Circo Massimo, prende la parola dal palco in un intervento fuori programma per lanciare una parola d’ordine destinata ancora una volta a far discutere. “Stasera lanceremo il referendum per uscire dall’euro”, annuncia ai militanti, oggi apparentemente un po’ più numerosi di ieri, grazie anche all’arrivo di molti gruppi dalle regioni più lontane. L’idea del referendum non è nuova, ma finora era stata brandita come strumento “per far decidere ai cittadini”. Stavolta Grillo indica chiaramente la strada: “O ci riprendiamo la nostra moneta o non c’è futuro”, e dall’euro, prevede, uscirà prima o poi anche la Germania. E intanto conferma la linea dell’opposizione radicale: “Faremo di tutto contro il Jobs act”, avverte.
Scivola un po’ in secondo piano, quindi, il dibattito interno che pure attraversa i gazebo dei Meetup locali: come deve essere organizzato il movimento? Hanno preso troppo spazio i “portavoce”, come li chiamano qui, cioè i parlamentari? E le critiche sul verticismo, sul decisionismo di Grillo e del suo sodale Gianroberto Casaleggio dove troveranno spazio? Una prima risposta arriva attraverso l’auto-organizzazione: nel pomeriggio ci sarà una assemblea di consiglieri comunali dei capoluoghi di provincia e delle città governate da sindaci M5S, annuncia su Facebook Vittorio Bertola, consigliere torinese, grillino della prima ora ma spesso critico sui temi della democrazia interna. Autore di un documento in nove punti per il miglioramento del movimento, si era lamentato per la forma organizzativa della tre giorni di Roma: “Sono un po’ deluso, troppo unilaterale con gli oratori sul palco, speravo in più momenti di confronto”, aveva spiegato ieri ai cronisti.
Al primo cittadino di Parma Grillo dedica una battuta dal palco: “Stasera convinciamo pure il Pizzarotti”, ma il sindaco non ci sta. “E che vuol dire?”, sbotta con i giornalisti. Poi ribadisce la sua tesi: “Le persone che sono dei riferimenti ci sono, allora diciamolo. Il problema non è di struttura ma di organizzazione, che serve pure alla scuola elementare, dove ci sono i rappresentanti di classe. Questo non vuol dire che abbiamo bisogno di leader, nemmeno i sindaci e i parlamentari devono esserlo, e nemmeno che dobbiamo avere una gerarchia dove chi sta sopra di te decide per te”. Filippo Nogarin è il suo contraltare. Sindaco di Livorno ma più allineato con i vertici, al contrario di Pizzarotti è stato scelto per parlare dal palco. “Non sento il bisogno di leadership né di struttura, possiamo crescere andando avanti così”, sostiene.
Ma i malumori non riguardano solo qualche isolato eletto nelle istituzioni. Un militante lombardo si sfoga sotto il gazebo-sala stampa: “Io ce l’ho con la comunicazione – spiega – perché stiamo facendo delle fesserie. Tze Tze (uno dei siti della galassia Casaleggio, ndr) sta diventando come Yahoo gossip, titoloni ‘incredibile, non ci crederete’, poi leggi, ed è una cazzata. Andassero affanculo”. Che è poi, più o meno, il posto dove lo stesso Casaleggio, assediato forse con troppa foga da microfoni e telecamere, manda i giornalisti: “Vi dovete levare dai coglioni”, intima come unica risposta alle domande sui problemi di leadership del M5S. La pagina più nera della giornata del Circo Massimo, alimentata probabilmente anche da questo tipo di atteggiamenti dei leader, sono gli insulti pesanti ai cronisti che cercano di carpire qualche battuta a Beppe Grillo. “Vacca del Tg3, venduta”, è l’urlo che raggiunge un’inviata. “Mafiosi, andate da Renzi”, grida qualcun altro. Aggressive minoranze, che qui però nessuno pensa a zittire. (TMNews)