Guerra a Gaza contro Hamas, Israele pronta a combattere per tutto il 2024

Guerra a Gaza contro Hamas, Israele pronta a combattere per tutto il 2024
1 gennaio 2024

Il primo giorno del 2024 ha portato con sé un’atmosfera di tensione e incertezza in Israele, con il primo ministro Benjamin Netanyahu che ha annunciato la preparazione per un lungo conflitto con Hamas a Gaza. Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno confermato la prontezza dei militari per affrontare un conflitto prolungato, mentre si delineano nuove fasi della guerra in corso.

Le notizie giungono mentre il bilancio delle vittime a Gaza continua a salire, raggiungendo la cifra allarmante di 21.978, secondo quanto dichiarato dal ministero della Salute. Nelle ultime 24 ore, sono stati riportati 156 palestinesi uccisi e 246 feriti. La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è critica, con la popolazione civile che soffre le conseguenze devastanti del conflitto in corso. Netanyahu ha annunciato anche la possibilità di un ritorno a casa per una parte dei riservisti, in particolare dei soldati della 551esima e della 14esima brigata, richiamati dopo gli attacchi dell’7 ottobre. Tuttavia, questo movimento non deve essere interpretato come un ridimensionamento dell’impegno, ma come parte di una strategia di pianificazione e preparazione per il continuo svolgimento delle operazioni nel corso del 2024.

Il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, ha dichiarato che l’828esima brigata, la 261esima e la 460esima si preparano a una nuova fase di addestramento, in vista di ulteriori missioni in un conflitto che richiede “combattimenti prolungati”. Le decisioni prese riguardo al rientro di alcuni riservisti mirano anche a “alleggerire in maniera significativa il peso economico” della guerra, permettendo alle truppe di riposarsi per poi affrontare ulteriori attività nel corso dell’anno. La prospettiva di una guerra di lunga durata è evidente nelle dichiarazioni di Netanyahu, che ha sottolineato la necessità di un impegno prolungato per raggiungere l’obiettivo principale: l’eliminazione di Hamas da Gaza. Alcuni analisti indicano che il mese di gennaio potrebbe segnare il passaggio a una fase 2.0 del conflitto, con operazioni più mirate finalizzate a colpire obiettivi specifici, inclusi leader e miliziani di Hamas.

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E proprio oggi, un comandante militare di primo piano di Hamas è stato ucciso oggi a Deir el-Balah, nel settore meridionale della Striscia di Gaza, da un aereo da combattimento israeliano dopo che il suo nascondiglio era stato localizzato dall’intelligence. Frattanto, mentre Israele si prepara a un prosieguo del conflitto con Hamas, gli sforzi diplomatici diventano sempre più cruciali per evitare un allargamento della guerra. Gli Stati Uniti invieranno Antony Blinken in una nuova missione in Medio Oriente nei prossimi giorni, cercando di mantenere il dialogo regionale e promuovere una soluzione politica alla crisi. In attesa di sviluppi diplomatici, la situazione sul campo resta tesa, con lanci di razzi da parte di Hamas verso città israeliane e azioni militari in corso sia a Gaza che al confine libanese.

Nel Mar Rosso, gli Stati Uniti hanno affondato tre imbarcazioni degli Houthi, intensificando le tensioni nella regione. E così mentre il mondo osserva con preoccupazione l’evolversi della situazione, la popolazione civile continua a subire le drammatiche conseguenze di un conflitto che sembra destinato a protrarsi nel corso del nuovo anno. Infine, la Corte suprema israeliana ha bocciato una norma controversa della riforma giudiziaria promossa dal governo di Netanyahu. Questo avvenimento ha sollevato nuove preoccupazioni riguardo al bilancio tra poteri giudiziari e politici nel paese.

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