Guerra ai vu cunprà alle 5Terre, sindaco in spiaggia a cacciarli

Il primo cittadino di Monterosso ha pochi vigili. Manifesti ovunque

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Guerra aperta quest’estate nelle Cinque Terre contro i vu cumprà che stanno calando in massa sulla riviera del levante ligure dopo aver già invaso il Ponente, le coste adriatiche e quelle del Tirreno meridionale. Dopo un lungo tira e molla fatto di ordinanze e divieti non rispettati e di richieste inascoltate di potenziamento della Polizia Municipale che per i tagli ai Comuni è ridotta oggi a solo due unità, il Sindaco di Monterosso – dove ha sede la più grande spiaggia delle Cinque Terre e l’unica facilmente raggiungibile anche a piedi – è passato alle vie di fatto. Così il primo cittadino della ‘capitale’ delle Cinque Terre Emanuele Moggia è sceso in spiaggia di persona per allontanare i venditori abusivi dalla passeggiata lungomare di Fegina, con in bocca il fischietto per richiamare di persona al rispetto del divieto di vendita ambulante abusiva a Monterosso, e pretendere che venissero lasciate alla libera fruizione di tutti le panchine e le sedute del lungomare che vengono costantemente sommerse dall`esposizione di articoli in vendita. Il tutto con in mano volantini “stop agli abusivi” da distribuire in spiaggia a bagnanti e passanti per scoraggiare l`acquisto di merce contraffatta. Identici manifesti, d’altra parte, l`amministrazione comunale di Monterosso ha fatto affiggere questi manifesti anche sui muri del paese. Così come ha chiesto alla Regione Liguria e a Trenitalia di poterli installare nella stazione e far distribuire sui treni regionali che ogni giorno portano a Monterosso migliaia di turisti.[irp]

Emanuele Moggia

“La situazione dei venditori abusivi nel nostro paese , ha sottolineato il sindaco Moggia – è da tempo fuori controllo e a nulla sono valsi i nostri divieti, i controlli e le decine e decine di sequestri già effettuati. Ho chiesto in tutte le sedi di poter assumere almeno d’estate altri vigili, dopo la riduzione dell’organico a uno. Ma niente: i limiti di spesa imposti agli enti locali me lo impediscono e non voglio aggirare la legge e i regolamenti: la soluzione deve essere nel rispetto delle regole e non la loro infrazione. Né posso pretendere che i Carabinieri che già sono sovraccarichi si occupino anche full time di questo problema. E allora mi sono esposto in prima persona, avvalendomi dei poteri e mosso dalla responsabilità che mi sono imposti dalla carica che ricopro, per dare un segnale chiaro ad abusivi, cittadini e turisti”. “Il rispetto delle regole è fondamentale per una sana convivenza civica, per una società sana, per la credibilità delle istituzioni e per il futuro della nostra società. Questo fenomeno sta causando un danno all’economia legale, che io ho il dovere di difendere e tutelare, oltre che all`ordine e al decoro del mio paese. Un paese unico al mondo che sulla propria straordinaria bellezza fonda ogni sua attività”. Moggia, combattivo primo cittadino di Monterosso, è in questi giorni agli onori delle cronache anche per un’altra battaglia inedita.[irp]

Si sta spendendo con decisione perché venga applicato quanto previsto dal regolamento dell`Area Marina Protetta delle Cinque Terre: il riconoscimento del corrispettivo di un euro per ogni biglietto venduto, a carico dei battellieri privati che ogni giorno scaricano nel porticciolo del paese migliaia e migliaia di turisti che, sbarcati a La Spezia dalle navi da crociera, vengono trasportati in giornata alle limitrofe Cinque Terre per 35 euro a persona. Il sindaco di Monterosso vorrebbe utilizzare questi proventi per investire in progetti di sicurezza, in tutela del territorio e per garantire agli ospiti più servizi. Oltre che per compensare quelle spese che al momento sono solo a carico dei cittadini residenti, come raccolta rifiuti, manutenzione rete idrica, pulizia e decoro urbano. I battellieri sono sulle barricate e minacciano proteste e ricorsi perché se Moggia dovesse vincere questa battaglia, di un euro a persona sbarcata non ne incasserebbero più 35 ma `solo` 34. “Ma la richiesta di un contributo – ancorché previsto per legge – per la manutenzione e il decoro dei nostri paesi a chi, giustamente, si arricchisce grazie alla bellezza delle Cinque Terre dovrebbe essere visto come un investimento sul futuro e non come un sacrificio, obbietta Moggia. Un sacrificio comunque minimo per contribuire allo sforzo enorme che noi – come Amministrazione Comunale – dobbiamo affrontare quotidianamente per garantire che un paesaggio unico al mondo con più di due milioni di visitatori a stagione non sia deturpato, consumato e ferito a morte. Un semplice atto di lungimiranza civica oltre che imprenditoriale: reinvestire parte degli utili a favore di un territorio in difficoltà per garantire anche alle future generazioni lo stesso livello di benessere diffuso di cui stiamo godendo noi ora”.[irp]