Guerra in casa Pd. D’Attorre: è Matteo che ci spinge fuori. Scissione? In autunno si deciderà tutto
TORMENTI DEMOCRATICI L’esponente della minoranza dem: nessun accordo con Berlusconi per cambiare il Senato e la legge elettorale, ma il premier deve recuperare il senso del limite
“Continuo a battermi nel Pd. Ma l’autunno sarà uno snodo cruciale”. Lo dice a proposito dell’ipotesi scissione l’onorevole Alfredo D’Attorre, deputato della sinistra dem, intervistato dal Corriere della Sera. “Sarebbe sbagliato cambiare la Costituzione con una maggioranza del genere (i voti di Verdini, ndr), ma non lego il futuro del Pd solo a quel che accadrà al Senato”, spiega. La riforma costituzionale “è pasticciata, l’intreccio con la legge elettorale è insostenibile e approvare l’Italicum con la fiducia è stata una forzatura molto grave”. D’Attorre precisa che la minoranza dem non sta cercando un accordo con Berlusconi per cambiare il Senato e la legge elettorale. “Non c’è alcuna richiesta di accordo. Piuttosto Renzi deve recuperare il senso del limite e capire che questa è una materia prettamente parlamentare”.
“Non si capisce in base a quale regola il governo dovrebbe cadere se passa un emendamento all’articolo 2 – aggiunge – Ma stiamo scherzando? Il governo si concentri sulle emergenze economiche e sociali e consenta al Parlamento di fare il suo lavoro sulla Costituzione, dopo che gli è stato impedito sulla riforma elettorale”. “Non minaccio l’uscita – precisa – anche perché dubito che i destinatari della minaccia la vivrebbero come tale, anzi… Renzi sembra incoraggiare l’uscita di chi non si allinea. Basti pensare all’offensiva scatenata sull’Unità nei confronti di un galantuomo come Gianni”.