“Non usate le armi nucleari”; “Seguiamo la nostra dottrina militare”: botta e risposta fra Washington e Mosca sull’ipotesi di un eventuale utilizzo di armi nucleari tattiche da parte russa nel conflitto ucraino. A lanciare il primo avvertimento è stato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che in una intervista per il programma televisivo della Cbs “60 minuti”, ha minacciato “conseguenze” nel caso in cui la Russia decidesse di usare armi non convenzionali sul territorio ucraino. Alla domanda su quale sarebbe stata la risposta di Washington a sviluppi di questo tenore, Biden non ha risposto, spiega la nota di Cbs News con le anticipazioni dell’intervista. “Pensi che te lo direi se sapessi esattamente cosa sarebbe? Ovviamente, non te lo dirò. Sarà consequenziale”, ha detto. “Diventeranno più paria nel mondo di quanto non siano mai stati. E a seconda dell’entità di ciò che può accadere, si determinerà la risposta”, ha aggiunto.
Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov ha a sua volta ribattuto che le norme pdr l’uso della deterrenza nucleare da parte delle forze armate russe sono contenute nel documento sulla dottrina militare russa, invitando Washington a leggerselo con attenzione. In base a quest’ultimo documento, rivisto per l’ultima volta nel 2020, il ricorso alle armi atomiche è previsto in quattro casi, due dei quali non richiedono un analogo attacco nucleare nei confronti di Mosca. La Russia si riserva infatti di ricorrere alle atomiche non solo se attaccata con armi nucleari o comunque di distruzione di massa, ma anche se sotto minaccia esistenziale da parte di armi convenzionali.
Il caso precedente copre di fatto una qualunque invasione del proprio territorio su scala sufficientemente grande; da notare che si parla di attacco contro la “Russia e i suoi alleati”. Il dubbio quindi nel quadro della crisi ucraina è come verrebbe considerato un attacco delle forze di Kiev contro la Crimea (annessa unilateralmente dalla Russia nel 2014) o – in modo più improbabile al momento – contro le autoproclamate repubbliche popolari del Luhansk e del Donestk. Il secondo scenario che non prevede la reazione ad un attacco atomico è invece un attacco con armi convenzionali alle infrastrutture russe che rischi di paralizzarne le forze di deterrenza nucleare. Attualmente la decisione dell’uso delle armi atomiche di qualunque genere – anche quelle “tattiche” – è nelle mani del presidente della Repubblica, quindi nella fattispecie di Vladimir Putin.