Il premier del governo di Tripoli riconosciuto dalla comunita’ internazionale, Fayez al-Serraj, gioca la carta di una conferenza nazionale sotto l’egida dell’Onu per mettere fine a una guerra cominciata il 4 aprile scorso con l’offensiva del generale Khalifa Haftar sulla capitale. Nel corso di una conferenza stampa, il premier ha spiegato che la conferenza dovra’ servire a tracciare una road map per arrivare a elezioni entro l’anno. Un “forum libico” aperto a “tutti i partiti e membri libici di ogni area che chiedono una soluzione pacifica e democratica”, ha detto.
“Partendo dalla mia responsabilita’ nazionale e nonostante la brutale offensiva che continueremo a respingere, presento oggi una iniziativa politica per uscire dalla crisi, che comprende elezioni sia presidenziali sia legislative prima della fine del 2019″, ha detto il capo del Governo di accordo nazionale in un discorso trasmesso dal canale Libia al-Wataniya” con sede a Tripoli, senza pero’ indicare una data precisa. Il primo a commentare l’annuncio e’ stato il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che in un tweet ha confermato il “convinto sostegno italiano all’azione conciliatrice in Libia dell’Inviato Onu Salameh per l’iniziativa di una conferenza nazionale, annunciata oggi dal presidente Serraj, per riprendere i negoziati per la stabilizzazione del Paese”.
Dopo l’annuncio, Serraj ha anche avvertito il generale Khalifa Haftar, assicurando che non si tirera’ indietro di fronte agli attacchi dell’uomo forte della Cirenaica. “Il nostro esercito e le forze che lo sostengono hanno dato una lezione di coraggio ad Haftar e alle sue milizie”, ha detto. “Siamo fiduciosi che le nostre forze saranno in grado di respingere l’aggressore e rimandarlo da dove e’ venuto … la vittoria e’ il nostro alleato grazie a Dio”, ha aggiunto. Dal 4 aprile, giorno dell’inizio dell’offensiva di Haftar su Tripoli, secondo l’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) sono rimate uccise 653 persone, tra cui 41 civili, mentre piu’ di 3.500 sono rimaste ferite, tra cui un centinaio di civili. Secondo l’Onu gli sfollati sono piu’ di 94.000.