Vienna torna ad ospitare oggi una nuova sessione dei negoziati di pace sulla Siria, sotto l’egida dell’Onu. I colloqui avvengono in “un momento molto difficile”, ha detto l’inviato Onu Staffan De Mistura, mentre il capo della diplomazia di Parigi Jean-Yves Le Drian li ha definiti ieri “l’ultima speranza” di trovare una soluzione pacifica al conflitto che devasta il Paese dal 2011. Una considerazione evidentemente non condivisa dal presidente russo Vladimir Putin, che ha lanciato un’iniziativa diplomatica parallela russa con la conferenza del prossimo 30 gennaio a Sochi. Di questo, tra l’altro, hanno discusso ieri al telefono il ministro degli Esteri Sergey Lavrov e il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson. Gli incontri di oggi a Vienna sono stati preceduti, martedì a Parigi, da una conferenza sul controllo delle armi chimiche e da una riunione tra Stati uniti, Francia, Gran Bretagna, Arabia saudita e Giordania dedicata all’iniziativa russa. “Le Nazioni Unite devono essere rimesse al centro del gioco: è fuori questione che il processo di Ginevra venga dirottato o aggirato”, ha commentato in proposito una fonte diplomatica francese. Auspicando qualche progresso nei negoziati odierni, Staffan De Mistura ha posto all’ordine del giorno le discussioni sulla nuova costituzione in Siria, evitando il tema più delicato delle elezioni. Ma ieri, il ministro francese Le Drian ha subito messo le mani avanti: “Non c’è a oggi una prospettiva che si presenti come sicura”, ha detto, auspicando che sia “disegnata un’agenda di pace”.
Di certo c’è che anche la Russia sta lavorando sugli stessi temi. Al Congresso nazionale di dialogo siriano convocato a Sochi sono stati invitati rappresentanti della società civile siriana e una delegazione di curdi. Due mesi prima del voto presidenziale russo, Putin spera di ottenere una vittoria diplomatica dopo avere contribuito a quella militare di Damasco sul terreno. “La Russia presenterà in particolare il suo progetto per una nuova costituzione siriana”, ha dichiarato Adjar Kurtov, analista presso l’Istituto russo per gli studi strategici (RISI). Mosca sostiene che l’obiettivo dei colloqui di Sochi, mediato con Iran e Turchia, è quello di “sostenere in maniera efficiente” i negoziati mediati dall’Onu con “risultati” concreti. Ma i leader dell’opposizione siriana, che non hanno ancora detto se parteciperanno alla riunione di Sochi, dubitano delle intenzioni di Mosca, e alcuni addirittura temono che la loro sicurezza sia in pericolo. “Portare in Russia gli anziani, i curdi in abiti locali sarebbe una bella immagine, ma non ci sono garanzie sul fatto che i loro rappresentanti saranno presenti”, ha confermato una fonte diplomatica europea. askanews