Guinea nel caos, arrestato dall’esercito il presidente Condè. Colpo di stato?

5 settembre 2021

Il presidente della Guinea, Alpha Condé, è stato tratto in arresto oggi da reparti speciali dell’esercito: lo hanno riferito fonti concordanti nella capitale Conakry, rilanciate anche a livello internazionale, in una situazione che resta però tuttora confusa e incerta. Nella mattinata, nel centro di Conakry, sono risuonati pesanti colpi di arma da fuoco e molti soldati sono stati avvistati per le strade secondo diverse testimonianze raccolte dall’Afp. La figura chiave di quello che appare come un tentativo di golpe contro il capo dello Stato, 83 anni, rieletto nel 2020 nonostante denunce di brogli e di incostituzionalità, sarebbe il colonnello Mamady Doumbouya. Di un suo discorso, pronunciato alla radiotelevisione nazionale, la Rtg, ha riferito il portale di informazione Guineenews.

La bandiera nazionale alle spalle, tuta mimetica e berretto rosso, il colonnello Doumbouya ha annunciato lo scioglimento del governo, la sospensione della Costituzione e la creazione di una giunta, presentata con l’acronimo Cnrd, Comitato nazionale per la ripresa e lo sviluppo. L’ufficiale ha promesso il rispetto della “sovranità popolare” e l’avvio di “un dialogo inclusivo” per redigere una nuova Carta fondamentale. Il discorso è stato pronunciato dopo che per ore erano risuonati spari nell’area dei ministeri e delle sedi istituzionali, nella penisola di Kaloum.

In giornata alcune fonti avevano citato fonti del ministero della Difesa, secondo le quali il tentativo di golpe era fallito. Non è chiaro se il reparto guidato dal colonnello Doumbouya sia sostenuto o meno da altre unità dell’esercito e se esista il rischio di scontri a fuoco e di un conflitto piu’ esteso. Da mesi questo Paese dell’Africa occidentale tra i più poveri al mondo è in preda a profonde crisi politiche ed economiche, aggravate dalla pandemia di Covid-19. La candidatura del presidente Alpha Condé per un terzo mandato, il 18 ottobre 2020, ha scatenato mesi di tensione prima e dopo le elezioni che hanno provocato decine di morti. L’elezione è stata preceduta e seguita anche dall’arresto di decine di oppositori.

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