Hamilton a Madrid, retrospettiva Pop (video)

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I suoi collage avrebbero, secondo alcuni critici, dato il via alla Pop Art, ma Richard Hamilton, artista londinese scomparso due anni fa, è stato anche molto altro, e ha spinto la sua indagine creativa fino a territori più instabili, sempre avendo presente la lezione di Duchamp. Ora il museo Reina Sofia di Madrid gli dedica una grande retrospettiva, curata da Vicente Todolì, ben conosciuto anche in Italia come artistic advisor di Hangar Bicocca di Milano. “Credo che questa – ci ha detto – sia la mostra più completa mai organizzata sul lavoro di Hamilton. Tutto era stato pianificato insieme a lui, che la aveva approvata. Avremmo voluto che fosse qui con noi”.In mostra le varie fasi dell’evoluzione dell’artista, dai ritratti di un altro grande del Novecento come Dieter Roth alla serie dedicata al Museo Guggenheim di New York. Fino ad arrivare a nuove tipologie di arte visuale. “Era un artista per cui la pittura è rimasto sempre un punto di riferimento – ha aggiunto Todolì – ma ha sempre cercato di andare oltre, di arrivare a un punto dove si corre un rischio reale di dissoluzione. E c’è un momento in cui decide di usare una paintbox, un sistema di computer per dipingere, e qui la pittura quasi scompare”. Una potenziale scomparsa che nelle sale del Reina Sofia si può almeno in parte intuire, e che contribuisce ad aumentare il fascino di un artista che ha lasciato un segno più profondo di quanto forse in molti tendiamo a credere.

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