Hillary Clinton è tornata a parlare in pubblico, attaccando le fake news e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, senza tuttavia nominarlo direttamente. L’ex candidata democratica alla presidenza ha tenuto un discorso al Wellesley College, l’università del Massachusetts dove si è laureata quasi 50 anni fa, nel corso della cerimonia di laurea di quest’anno accademico. “Vi state laureando in un momento in cui sta avvenendo un assalto totale alla verità e alla ragione. Basta connettersi per 10 secondi ai social media per venirne colpiti direttamente in faccia”, ha detto Clinton. “Alcune persone addirittura negano cose che possiamo vedere con i nostri occhi, come il numero di pubblico” presente a un evento, ha continuato Clinton, facendo riferimento alla cerimonia d’insediamento di Trump, quando la Casa Bianca aveva attaccato i media sostenendo che avessero cercato di diminuire il numero dei partecipanti. “Poi, queste persone, si difendono parlando di fatti alternativi”, ha continuato la politica, sempre in riferimento a quell’evento e a come gli uomini di Trump lo hanno trattato. Ma Clinton ha anche paragonato implicitamente il presidente americano a Richard Nixon, ricordando come lei e i suoi compagni di università fossero “furiosi” 48 anni fa per l’elezione di un “uomo la cui presidenza sarebbe finita in disgrazia con un impeachment per aver cercato di ostacolare la giustizia. Dopo che ebbe licenziato la persona che stava portando avanti l’indagine su di lui al dipartimento di Giustizia”. Nixon infatti ordinò a Elliot Richardson, l’allora segretario alla Difesa, di licenziare Archibald Cox, il procuratore speciale che stava indagando sul Watergate. Un episodio che passò alla storia come il “Saturday Night Massacre”. Nixon poi decise di dimettersi nel 1974, dopo che il caso Watergate era ormai esploso e il Congresso aveva iniziato la procedura per l’impeachment.
La questione Nixon, con Trump ha in comune la decisone dell’attuale presidente di licenziare chi stava indagando sulla questione russa, il direttore dell’Fbi, James Comey. In queste ultime settimane molti analisti hanno paragonato il Watergate con lo scandalo legato ai contatti tra l’intelligence russa e alcuni membri dell’amministrazione e della campagna elettorale di Donald Trump. Una indagine che potrebbe espandersi nei prossimi mesi e creare non pochi problemi alla tenuta del governo. Clinton ha anche attaccato il budget proposto dalla Casa Bianca, definendolo “crudele in modo inimmaginabile nei confronti dei più deboli”. Ma buona parte del discorso è stato incentrato sul bisogno di avere nuove generazioni che partecipano attivamente alla politica, lavorando direttamente con le comunità per ridare spazio alla democrazia e al dialogo. “Nei prossimi anni, vi confronterete con fiumi di troll, sia online che di persona, impazienti di dirvi che non avete nulla di sensato da dire o nulla di significativo con cui contribuire alla società, potrebbero anche arrivare a definirvi una donna maligna (nasty woman)”, ha detto Clinton in riferimento all’appellativo usato da Trump per definirla nel corso della campagna elettorale. “Non dovrete fare tutto, ma non sedetevi in panchina”, ha concluso Clinton. Intanto le voci di un suo possibile ritorno in politica sono sempre più accreditate: ha appena fondato un nuovo comitato di azione politica (Onward Together), con il quale potrebbe sfidare Trump nelle elezioni del 2020, dove uno dei candidati potrebbe essere anche il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, che a sua volta ieri ha tenuto un discorso (molto politico) alla cerimonia di laurea della sua università, Harvard.