I 100 anni di Nino Manfredi, mille volti del cinema italiano

22 marzo 2021

Il 22 marzo del 1921 nasceva a Castro dei Volsci, in piena ciociaria, Nino Manfredi. Il comico triste dentro che ha saputo conquistare il grande pubblico e i grandi registi con la stessa apparente semplicità dell’amico della porta accanto. Protagonista per oltre quarant’anni in teatro, al cinema e in televisione, con la sua cifra stilistica inconfondibile. Dopo un’adolescenza travagliata, trascorsa in un Collegio, si ammala di tubercolosi. In sanatorio impara a suonare il banjo e nasce la sua passione per la recitazione dopo aver assistito a un’esibizione della compagnia teatrale di Vittorio De Sica. Guarito, si iscrive all’università, ma passa le sere a recitare in un teatrino parrocchiale. Dopo un anno passato sui monti a Cassino, rifugiato per sfuggire al militare, scappa in montagna col fratello e a guerra finita torna all’università e in contemporanea si iscrive all’accademia d’arte drammatica dove studia con Orazio Costa.

Prosegue gli studi fino a ottenere la Laurea in Giurisprudenza poi debutta in teatro con Tino Buazzelli nella compagnia Maltagliati-Gassman, vedendosi affidare soprattutto ruoli drammatici di autori contemporanei. Passa poi alla scuola del Piccolo Teatro di Milano con Giorgio Strehler e infine, di nuovo a Roma, con Eduardo De Filippo. Poi una serie impressionante di ruoli da protagonista o coprotagonista in pellicole che avrebbero fatto la storia del cinema italiano, da ‘Audace colpo dei soliti ignoti’ di Nanni Loy, il sequel de ‘I soliti ignoti’, diretto da Mario Monicelli, in cui Nino Manfredi interpreta Piede amaro che prende il posto di Tiberio, ruolo che fu di Marcello Mastroianni, con Gassman, Tiberio Murgia e Carlo Pisacane a ‘L’impiegato’, 1960, diretto da Gianni Puccini, da ‘Operazione San Gennaro’ del 1966, a ‘Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?’ cult del 1968, anno in cui recito’ nel film a episodi ‘Vedo nudo’. Nel 1969, invece, la prima collaborazione con Luigi Magni, per il film ‘Nell’anno del Signore’.

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Con il regista e sceneggiatore romano lavorerà in altri sette film, tra cui ‘In nome del Papa Re’, ‘Quelle strane occasioni’ e, appunto, ‘In nome del popolo sovrano’ nel 1990, quello di Angelo Brunetti detto Ciceruacchio, che completa la trilogia iniziata con ‘Nell’anno del Signore’ e proseguita con ‘In nome del Papa Re’. Ed ecco chi era Manfredi, capace di interpretare ruoli drammatici o trasformarsi in un emigrato italiano in Svizzera come in ‘Pane e cioccolata’ o in un cinico e spiegato abitante di una baraccopoli romana in ‘Brutti, sporchi e cattivi’. O ancora in Geppetto, nell’indimenticato ‘Pinocchio’ di Luigi Comencini del 1972. Tanti ruoli, tanti volti, un solo grande attore. Una carriera che dura 55 anni in cui Manfredi ha recitato in oltre 100 film alcuni dei quali al fianco di firme illustri come quelle di Dino Risi, di Ettore Scola o di Vittorio De Sica, poi il cambio di rotta degli anni ’90 quando sbarca in tv con alcune fiction di grande successo a cominciare da ‘Un commissario a Roma’ fino a ‘Linda e il Brigadiere’ con Claudia Koll. La sua carriera è proseguita fino a pochi mesi dalla morte visto che nel 2003 va in scena in tv in ‘La notte di Pasquino’ di Luigi Magni. Dal doppiaggio al teatro, dalla radio agli sceneggiati televisivi, Nino Manfredi è stato omaggiato anche alla Mostra del Cinema di Venezia proprio qualche settimana prima dell’emorragia cerebrale che se lo è poi portato via a 83 anni il 4 giugno 2004.

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