“Insieme alle rispettive famiglie – dice Siino -, gli ospiti arrivano in Sicilia per trascorrere alcuni giorni di totale relax. Alcuni raggiungono l’aeroporto di Palermo con i jet privati arrivando da ogni parte del mondo, altri approdano con i propri yacht, e successivamente si spostano con elicotteri e altri mezzi messi a disposizione da chi organizza l’evento”. Anche quest’anno l’alloggio selezionato dall’entourage di Page e Brin è il “Verdura Golf Resort” di Sciacca, che già da alcuni mesi dichiarava “sold out” la settimana a cavallo tra luglio e agosto. A dare il via al campus 2015, invece, è stata una serata di gala ai piedi del tempio della Concordia, nella Valle dei templi, in un evento costato circa 100mila euro, e che ha visto l’esibizione fianco a fianco di due big della musica mondiale come John Legend e Andrea Bocelli. A questo è seguito un secondo momento di gala, a Borgo Bonsignore, a Ribera, “preso in affitto” per un giorno intero. Tutto ciò che ruota attorno alle attività di “The Camp” però resta off-limits. Tra gli interessi principali degli organizzatori, infatti, c’è l’assoluta tutela delle privacy dei partecipanti, che nonostante il numero elevato (si parla di circa 380 invitati), di fatto si muovono in un contesto impenetrabile, con un sistema di sicurezza blindato a prova di curiosi. Tra i pochi fortunati ammessi a varcare i rigidi confini di “The Camp”, solo nella serata di gala, sono stati il prefetto di Agrigento Nicola Diomede, e il sindaco Lillo Firetto, immortalato in una foto con Larry Page e Eric Schmidt, amministratore delegato Google.
Resta aperta una questione. Anzi due. La prima, il perché Google abbia scelto nuovamente la Sicilia per questo campus estivo; la seconda, il motivo di questo meeting. Per la prima, Siino sembra propendere per ragioni logistiche: “Al `The Camp’ ú dice – partecipano personaggi provenienti da tutto il mondo. Non è escluso che gli organizzatori abbiano scelto la Sicilia per una questione di centralità geografica, e perché magari l’isola, oltre alle indiscutibili bellezze naturalistiche, consente di ritrovarsi più facilmente in un contesto privo di elementi esterni di disturbo”. Il secondo aspetto, invece, offre maggiori spunti di riflessione. “Gli argomenti trattati non sono legati esclusivamente al business – prosegue Siino -. Fanno anche riunioni con degli speaker, su temi dai contorni abbastanza ampi. Dagli interrogativi sul futuro dell’uomo, allo sport, o come saranno le città di domani. Alcuni temi dibattuti l’anno scorso erano quello sull’intelligenza artificiale”. Un “brain storming” di elevatissimo livello, insomma, nato dalla volontà degli organizzatori di creare e rafforzare una coscienza collettiva all’interno della top-class imprenditoriale e culturale mondiale, strizzando l’occhio alle agevolazioni di mercato che da essa deriverebbero domani. Un meeting che pone la Sicilia sotto i riflettori di mezzo mondo, dunque, ma verso il quale resta un grande rammarico: la totale mancanza di un coinvolgimento delle realtà locali. “Si tratta di un evento blindato – conclude Siino -, totalmente chiuso al territorio e a chi lo vive. Il web siciliano non viene minimamente in contatto con quanto accade a The Camp. Tra gli stessi invitati non sono neanche previsti ospiti siciliani”.