I boss: “Noi votiamo per i 5 stelle”

LA TELEFONATA Caso Quarto, Pd all’attacco. Orfini: “Quando lo dicevo mi davano del pazzo” La difesa del MoVimento: “Noi siamo la parte lesa” di Antonio Angeli

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di Antonio Angeli

E la camorra ordinò: “Votate i 5 Stelle”. Quarto, comune del Napoletano governato dai grillini, qui finisce la fama di estraneità del MoVimento alle vecchie liturgie politiche-mafiose. Almeno secondo le intercettazioni telefoniche diffuse da “La Stampa”, che definiscono un quadro torbido fatto di collusioni, favori, assegnazione di lavori e assunzioni di amici degli amici nel municipio guidato da Rosa Capuozzo. E su tutto spicca la frase: “Adesso si deve portare a votare chiunque esso sia, anche le vecchie di ottant’anni. Si devono portare là sopra, e devono mettere la X sul Movimento 5 Stelle”, afferma nell’intercettazione Alfonso Cesarano, imprenditore legato al clan camorrista dei Polverino che dà precise indicazioni per far vincere al ballottaggio il candidato a sindaco dei Cinque Stelle, Rosa Capuozzo che, effettivamente, sarà eletta. Dura e immediata la reazione del Pd. “Quando segnalai che a Ostia i clan inneggiavano al M5s, Di Maio disse che mi dovevano ricoverare. Lo disse da Quarto, dove la camorra vota M5s”, attacca il presidente dem Matteo Orfini. Tutto il partito va all’attacco. Debora Serracchiani: “Se le indiscrezioni fossero vere si tratterebbe di un caso gravissimo di inquinamento e condizionamento della criminalità organizzata. Di Maio e Fico a Quarto hanno fatto campagna elettorale a tappeto, dando lezioni di onestà. Credo sia quindi legittimo chiedere chiarimenti e spiegazioni, sentire una voce che prenda le distanze dal malaffare che avrebbe condizionato il voto”. E la risposta del MoVimento non si è fatta attendere.

“Fa francamente ridere che sia il Pd a ergersi a cattedra morale della politica, un partito che con la mafia ci è andato a braccetto finora, che è persino stato in grado di sostenere un condannato come De Luca alla presidenza della Regione Campania in una lista-ammucchiata sostenuta da Ciriaco De Mita. Fa ridere sì, che sia il Pd, che oggi ha fatto della questione morale una reliquia, ad avanzare lezioni di trasparenza nei confronti dell’unica forza politica onesta e pulita, qual è il M5S”, dichiara il M5S in una nota, sulla vicenda Quarto. “Per non parlare di Orfini – aggiungono i parlamentari – colpevole non solo di aver trascinato Roma nel fosso, ma soprattutto di aver difeso fino all’ultimo l’ex presidente Pd di Ostia Andrea Tassone nonostante – come lui stesso dichiarò – avesse avuto contezza ben prima della magistratura dei suoi legami con i clan mafiosi del litorale. Dal ’91 ad oggi – proseguono i 5 Stelle – circa un centinaio di Comuni, se non di più, sotto l’amministrazione di centrosinistra sono stati sciolti e commissariati per infiltrazioni mafiose ed hanno anche il coraggio di parlare, di dispensare lezioni di democrazia”. “La verità – proseguono i grillini – è che sono decenni che la mafia prova a infiltrarsi nella politica e quando ha incontrato Forza Italia e il Pd ci ha fatto affari, piazzando anche i suoi uomini in Parlamento. Quando ha provato ad avvicinarsi al M5S è stata messa alla porta. Questo è accaduto a Quarto, dove il M5S ha espulso De Robbio prima ancora che fosse indagato ed oggi è parte lesa”. “Questa è la grande differenza tra una forza di cittadini onesti e puliti come il 5 Stelle e la vecchia classe politica: noi camminiamo a testa alta, loro dovrebbero avere almeno la decenza di restare in silenzio”.