Politica

I Cinquestelle non votano dl Aiuti, Draghi sale da Mattarella al Quirinale

Al termine della giornata in cui il M5s non vota (come annunciato) il decreto Aiuti alla Camera, il presidente del Consiglio Mario Draghi sale al Colle per un colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sullo sfondo, almeno per ora, resta la richiesta di una verifica nella maggioranza sollecitata dal leader di Fi Silvio Berlusconi e appoggiata da Matteo Salvini. Al centro del confronto di circa un’ora, secondo quanto si apprende da fonti del Quirinale, il recente viaggio del capo dello Stato in Mozambico e Zambia e l’esame della situazione politica internazionale e nazionale. Da Palazzo Chigi non trapelano notizie, ma il premier avrà sicuramente riferito sulla situazione che si è creata con il M5s che giovedì prossimo, al Senato, potrebbe non votare la fiducia sullo stesso decreto Aiuti. Ma, secondo quanto emerso dal Colle, Mattarella però non ha commentato eventuali “scenari”.

Su come votare giovedì a Palazzo Madama, dal Movimento assicurano che una decisione non è stata ancora presa. Giuseppe Conte si attende però una risposta a breve sul documento in 9 punti che aveva consegnato a Draghi la settimana scorsa. Il premier sa che non può accogliere in toto le richieste, che avrebbero un costo molto elevato, ma alcune “aperture” possono essere fatte. Anche per questo prima di salire al Colle, Draghi ha incontrato a Palazzo Chigi vari ministri. Ieri mattina ha avuto un colloquio con il ministro dell’Economia Daniele Franco, anche in vista del nuovo decreto estivo (da 10-12 miliardi) che dovrebbe intervenire nuovamente sulle bollette, ma anche sui salari. Nel pomeriggio ha poi ricevuto la titolare della Giustizia Marta Cartabia, che gli ha illustrato gli esiti dei lavori della commissione sui crimini internazionali; il ministro della Salute Roberto Speranza, che proprio oggi ha annunciato il via libera alla quarta dose di vaccino per gli over 60; il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in vista dell’incontro con i sindacati previsto oggi alle 11.

Sul tavolo del confronto con le organizzazioni confederali, secondo quanto spiegano fonti di governo, ci saranno in primo luogo i rinnovi contrattuali (in molti settori scaduti da anni) e la proposta dello stesso Orlando sul salario minimo che prevede, in sostanza, di applicare, settore per settore, i “contratti migliori” sottoscritti dalle organizzazioni più rappresentative a tutti i lavoratori del settore. Si dovrebbe parlare anche di fisco, in particolare di taglio al cuneo fiscale, e forse anche di pensioni. Dall’incontro potrebbero arrivare “segnali” anche per il Movimento 5 stelle, proprio su salario minimo e cuneo. Su questo è arrivato il “richiamo” del Pd, in queste ore impegnato in una mediazione che vede coinvolto in prima persona il segretario Enrico Letta. Per il Nazareno la priorità deve essere l'”agenda sociale” e per questo c’è “preoccupazione”, alla vigilia dell’incontro con i sindacati, per una crisi che potrebbe vanificare il lavoro fatto per la lotta alle disuguaglianze e al lavoro povero e precario. Proprio i temi su cui, viene fatto notare, sulla carta è nata questa crisi, visto che erano in gran parte contenuti nel documento consegnato da Conte a Draghi.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it
Condividi
Pubblicato da