I gelesi scendono in campo per dire no alla riforma delle Province. Il sindaco di Gela, Angelo Fasulo, ha annunciato ricorso alla Corte costituzionale se la norma dovesse essere varata con l’attuale testo dall’Ars. Secondo esperti gelesi, il ddl presenterebbe almeno due elementi di incostituzionalità “perché’ non sancisce la libertà dei Comuni di costituirsi in consorzio ma esegue un’azione di trasformismo burocratico, stabilendo d’imperio che i territori delle vecchie province ‘assumono la denominazione di liberi consorzi di comuni’ ma restano tali e quali, e perché’ da quei confini, ribaditi per legge, non tutti possono uscire”. Cittadini e istituzioni gelesi si sono dati appuntamento martedì davanti la sede del Parlamento siciliano di Palermo, in segno di protesta. In sostanza, si chiede la modifica del primo e del secondo comma dell’articolo 1 del testo all’esame dell’Ars, con due emendamenti: il primo stabilisce che le Province non assumono la denominazione di liberi consorzi di Comuni ma “sono soppresse, la Regione istituisce i Liberi Consorzi tra comuni”. L’altro emendamento, invece, si vuole che “i Comuni, entro centoventi giorni dalla data di pubblicazione della presente legge, aderiscono volontariamente al Libero consorzio e la relativa adesione deve essere ratificata dal Consiglio comunale. La popolazione dei liberi consorzi non può essere inferiore alla soglia dei 150.000 abitanti e superiore ai 500.000 abitanti. Il Comune con il maggior numero di abitanti assumerà il ruolo di capofila di ciascun libero consorzio”.