I grillini hanno votato, su Rousseau vince il sì al governo Draghi. M5s spaccato

I sì sono 59,3% contro 40,7% dei no. L’affondo di Lezzi VIDEO

rousseau3_ansa

Nella votazione on line degli iscritti al Movimento 5 stelle sulla piattaforma Rousseau ha vinto il sì al governo Draghi: lo ha comunicato, di fronte alla sede dell‘Associazione Rousseau presieduta Da Davide Casaleggio, il notaio che ha seguito la procedura. Poco meno di 120mila (119.544) gli aventi diritto. I sì sono stati 44.177, pari al 59,3%, i no 30360 pari al 40,7%. Anche il blog pubblica l’esito delle “votazioni certificate dal Notaio che ne ha garantito la regolarità”. Il quesito era: “Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”.

Prima della chiusura del voto, è arrivato un duro attacco di Barbara Lezzi, senatrice M5s. “Caro Giuseppe Conte, il tuo appello di ieri a votare Sì al quesito Rousseau ha, ancora una volta, dimostrato che sei un vero signore. Dato il tuo ruolo, dato il tuo garbo istituzionale non avresti potuto fare altro. Per me è diverso. Tra poche ore, quando mi ritroverò davanti alla scelta, voterò un NO convinto e vorrei motivartelo”. “La trama di Palazzo che ti ha visto buttare fuori ha nomi e cognomi, ha complicità silenziose, ha intenzioni subdole – prosegue la senatrice -. Il fine era quello di espellerti dalla vita politica passando da una crisi di governo perché raccogli consenso mentre tutti gli altri lo perdono, perché hai lavorato bene e non è pratica così diffusa. No, non voterò sulla piattaforma a favore della nascita di questo governo perché, come saprai, avremo forse tre ministeri su 15 o 16, quindi saremo ininfluenti. Voterò No perché non c’è alcun pericolo di perdere i soldi del Recovery Plan in quanto è già scritto e depositato in Parlamento. Lo hai scritto tu. Uno dei papabili ministri, Giovannini, ha già detto che deve essere solo integrato e non riscritto. Attività che avevi lasciato alle prerogative parlamentari”.

“Voterò No sulla piattaforma – prosegue Lezzi – perché con te ho imparato che un ministro non può ingerire nelle attività di un altro. Non ci sarebbe nessun controllo ‘da dentro’ che non si possa fare dall’opposizione. Voterò NO al quesito perché il mio Movimento ha scelto di nascondersi dietro ad un quesito ipocrita e vile in cui non scrive chi sono ‘le altre forze politiche’. Italia Viva, Forza Italia, Lega, PD, Leu, Azione, Cambiamo. Ci sono anche tutti quelli che hanno ordito alle tue spalle. Eppure eravamo dentro e non siamo riusciti a fermarli perché tutti insieme sono più di noi. Berlusconi non va ai processi ma è piombato qui a mettere la firma sulla tua cacciata. Ed io dovrei agevolare la nascita di questo governo con il voto su Rousseau? No”.

“Il ministro Costa, con la tua guida, aveva già istituito un dipartimento per la transizione ecologica. Non servono nomi altisonanti da usare come feticcio. Dovrei far tornare al governo colui che ha paralizzato il Paese in piena pandemia? – conclude Lezzi – Giuseppe, ora tu non puoi dirlo, ma non posso credere che tu sia convinto che questa accozzaglia sia fatta per il bene del Paese. Un Paese stremato, stanco e indebolito che non avrebbe meritato tutto questo al quale non possiamo restituire i Renzi, Salvini e Berlusconi potenziati, senza alcuna forma di controllo parlamentare. La responsabilità impone di far tutto ciò che serve per impedirlo. Grazie Giuseppe ma io farò di tutto per non essere annoverata tra i traditori del Paese e del più amato Presidente del Consiglio”.

Dal voto sulla piattaforma, esce di certo un Movimento spaccato. “La motivazione addotta per il rinvio del voto su Rousseau era l’asserita esigenza di attendere lo scioglimento della riserva sulla composizione della coalizione che sosterrà il Governo Draghi nonché l’imprescindibile necessità di valutare il programma di tale governo. Oggi quel voto è stato indetto senza che nulla di certo si sappia né sull’accozzaglia di partiti che voteranno la fiducia, né su ciò che tale eterogenea maggioranza intende realizzare”. La chiosa è del deputato M5S Pino Cabras che critica la consultazione sulla piattaforma Rousseau, sulla partecipazione del M5S al governo Draghi. Oltre a Cabras, firmano altro dodici parlamentari pentastellati: Crucioli, Granato, Colletti, Lannutti, Angrisani, Abate, Maniero, Volpi, Giuliodori, Costanzo, Corrado, Vallascas.

I tredici ritengono “che la votazione indetta” su Rousseau “sia tendenziosa e palesemente volta a inibire il voto contrario alla partecipazione del m5s al Governo Draghi”. “Chi saranno i ministri? Salvini, Boschi e qualche impresentabile di Forza Italia? Quali sono le fasce sociali che verranno sostenute maggiormente? I più deboli, i lavoratori o le banche e i detentori di rendite finanziarie? Nessun obiettivo sostanziale del governo Draghi – sottolineano i 13 malpancisti – è stato messo per iscritto né è stato anche semplicemente enunciato verbalmente. La motivazione del rinvio era dunque un mero pretesto per posticipare il voto ad un momento maggiormente propizio per condizionarne l’esito”.

“Fatto ancor più grave, il quesito su cui votare, pubblicato oggi, è stato formulato in maniera suggestiva e manipolatoria, lasciando intendere che solo con la partecipazione del m5s al governo si potranno difendere i provvedimenti adottati dal precedente governo e dalla precedente maggioranza: dati i numeri abbondanti della maggioranza che sosterrà il Governo Draghi il MoVimento non potrà condizionarlo neppure facendone parte, ed anzi perderà parte della forza con cui potrebbe denunciarne l’operato standone all’opposizione”, sottolineano. “Inoltre – prosegue il post – il quesito pone particolare rilevanza spacciando come risolutiva la ‘creazione’ di un Ministero della transizione ecologica, che in realtà altro non è che la mera ridenominazione del già esistente Dipartimento per la transizione ecologica, che peraltro avrebbe comunque avuto particolare importanza per espressa previsione del Recovery plan. Tutto ciò getta dubbi sull’utilizzo imparziale dello strumento di democrazia diretta da parte dei vertici del MoVimento”.

Davide Casaleggio, intanto, assume un comportamento pilatesco. “È stato Vito Crimi, in qualità di capo politico” del Movimento 5 Stelle, “a decidere in merito al quesito da porre” sul Governo attraverso la piattaforma Rousseau. Casaleggio, ha anche aggiunto: “Sono contento di vedere un processo di partecipazione collettiva con oltre 100mila persone che decideranno in che modo il M5s dovrà votare su questo governo”. E ha concluso: “È un nuovo modello di partecipazione che ci differenzia rispetto alle altre forze politiche, che decidono con 4-5 persone in una stanza”.