La prevenzione inizia a tavola. In numerosi studi epidemiologici, infatti, la dieta è stata individuata come uno dei principali fattori di rischio modificabile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha valutato in circa 2.64 milioni di casi all’anno il totale delle morti attribuibili ad un inadeguato consumo di frutta e verdura. Aumentando il consumo individuale fino a 600 grammi algiorno, si potrebbe ridurre il rischio di infarto e ictus rispettivamente del 31% e del 19%. La tradizionale dieta mediterranea è caratterizzata da olio di oliva extravergine come principale fonte di grassi, da un elevato apporto di frutta, noccioline, verdure, legumi e cereali; da un moderato apporto di pesce e pollame, da un basso apporto di latticini, carne rossa e dolci e da un consumo da basso a moderato di vino, in particolare durante i pasti. Consumare in particolare agrumi, mele, pere e verdure a foglia contribuisce molto alla protezione: un incremento di circa 200 grammi al giorno, sia di frutta che di verdura, fa diminuire il rischio ictus rispettivamente del 32% e dell’11%.
Un alto consumo di olio di oliva extravergine, che rientra tra le caratteristiche principali della dieta mediterranea, viene considerato come uno degli elementi che contribuisce maggiormente a proteggere il sistema cardiovascolare: un incremento di 23 grammi al giorno di consumo di olio di oliva è stato inversamente associato all’incidenza dell’ictus (riduzione del rischio del 20%) e alla mortalità (riduzione del rischio dell’11%). Se da una parte ci sono nutrienti da consumare con moderazione, come sodio, alcol e grassi saturi perché aumentano il rischio vascolare, per altri, invece, è stato evidenziato un effetto protettivo: omega3, fibre, vitamina B6 e B12, così come l’assunzione di calcio e potassio diminuiscono il rischio di ictus cerebrale. Seguire la dieta mediterranea riduce, dunque, il rischio di ipertensione, diabete, infarto, obesità e sindrome metabolica.