Una crisi di così rapida soluzione non si era vista a memoria d’uomo. In meno di ventiquattrore s’è svolto anche il primo Consiglio dei ministri. E così dopo aver letto la lista dei ministri nel tardi pomeriggio, il neo premier, è andato palazzo Chigi, accompagnato dalla moglie Emanuela, per ricevere la “campanella” dal premier uscente Matteo Renzi, e presiedere, per l’appunto, il suo primo Cdm e prepararsi per la fiducia che chiederà prima alla Camera, oggi, alle 11 e poi al Senato. Ciò consentirà al governo di rappresentare l’Italia a pieno titolo già nel Consiglio Ue di giovedì prossimo. Dalla freddezza di Enrico Letta, ai baci e agli abbracci con Gentiloni. La consegna della campanella tra Renzi e il suo successore è avvenuta in un clima del tutto diverso da quando l’ex sindaco di Firenze è entrato a palazzo Chigi.
Un colloquio privato durato una decina di minuti, poi in Sala dei Galeoni la consegna della simbolica campanella, accompagnata da un altro dono che Renzi tiene a fare a Gentiloni: la felpa di Amatrice “che mi ha dato il sindaco di Amatrice”. Poi una stretta di mano vigorosa, un abbraccio, e un abbraccio anche a Claudio De Vincenti e Maria Elena Boschi per l’avvicendamento come segretario del Consiglio dei ministri. “Buon lavoro a tutti”, è la frase con cui Renzi si è congedato dalle sale in cui è stato protagonista per mille giorni, prima di ricevere nel cortile di palazzo Chigi il saluto del picchetto d’onore. Prima del Cdm, ovviamente, aveva giurato il nuovo governo. Il neo presidente del Consiglio ha pronunciato la formula davanti al capo dello Stato, Sergio Mattarella. Nel salone delle Feste al Quirinale si sono poi succeduti i vari ministri che hanno pronunciato la formula di rito del giuramento. Il governo, dal quel momento era già nel pieno delle sue funzioni. Al giuramento di Gentiloni è seguito quello del ministro dei Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro. Molti i ministri riconfermati dal precedente governo Renzi.
Solamente due new entry: Valeria Fedeli all’Istruzione e Anna Finocchiaro ai Rapporti con il Parlamento. Tutte le altre caselle sono andate a personalità che già facevano parte dell’esecutivo e ben 12 sono i ministri rimasti a guidare lo stesso dicastero. Sono invece cinque quelli che hanno solo cambiato ufficio: Angelino Alfano dall’Interno agli Esteri, Marco Minniti da palazzo Chigi si sposta al Viminale, come Claudio De Vincenti che diventa ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, e Luca Lotti che sarà ministro dello Sport; Maria Elena Boschi fa il percorso inverso, e da ministro delle Riforme diventa sottosegretario alla presidenza del Consiglio con il compito di segretario del Cdm. Ma tutto il nucleo di palazzo Chigi della presidenza Renzi resta in pista. Così come restano Andrea Orlando alla Giustizia, Pier Carlo Padoan all’Economia, Roberta Pinotti alla Difesa, Gianluca Galletti all’Ambiente, Beatrice Lorenzin alla Salute, Giuliano Poletti al Lavoro, Carlo Calenda allo Sviluppo Economico, Graziano Delrio alle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Martina alle Politiche Agricole, Dario Franceschini ai Beni Culturali e Turismo, Enrico Costa agli Affari regionali, Marianna Madia alla Semplificazione e P.A.
IL 64ESIMO GOVERNO
Anna Finocchiaro ministro Rapporti Parlamento
Angelino Alfano ministro Esteri
Andrea Orlando ministro Giustizia
Pier Carlo Padoan ministro Economia
Roberta Pinotti ministro Difesa
Gianluca Galletti ministro dell’Ambiente
Valeria Fedeli ministro Istruzione e Ricerca
Beatrice Lorenzin ministro della Salute
Maria Elena Boschi sottosegretario Presidenza segretario Cdm
Giuliano Poletti ministro Lavoro
Marco Minniti ministro dell’Interno
Carlo Calenda ministro Sviluppo Economico
Maurizio Martina ministro Politiche Agricole
Dario Franceschini ministro dei Beni Culturali e Turismo
Enrico Costa ministro senza portafoglio Affari regionali
Graziano Delrio ministro Infrastrutture e Trasporti
Marianna Madia ministro Semplificazione e P.a.
Luca Lotti ministro senza portafoglio Sport
ClaudioDe Vincenti ministro Coesione territoriale e Sud