Igor’, il killer che seminò terrore in Emilia preso in Spagna

Igor’, il killer che seminò terrore in Emilia preso in Spagna
15 dicembre 2017

Dopo nove mesi di latitanza è stato catturato dall Guardia Civil in Spagna, dopo un conflitto a fuoco, il killer di Budrio Norbert Feher, alias Igor Vlacavic, ricercato in Italia e all’estero per gli omicidi del barista di Budrio Davide Fabbri e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri e sospettato anche dell’uccisione del metronotte Salvatore Chianese avvenuta nel 2015. Per molto tempo nemmeno il nome è mai stato una certezza per gli investigatori che gli hanno dato la caccia per mesi tra le campagne di Bologna, Ferrara e Ravenna, cercando di mettere insieme brandelli di tracce lasciate tra l’1 e il 7 aprile quando irrompe in una tabaccheria di Riccardina di Budrio, in provincia di Reggio Emilia, e uccide il titolare Davide Fabbri. La sua identità è a lungo confusa dagli alias: Igor “il russo”, poi Ezechiele, infine Norbert “il serbo”. La sua fugga tiene per settimante sotto scacco centinaia di carabinieri e uomini delle forse dell’ordine che gli dabbo la caccia.

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Viene ricercato da più di militari dei servizi speciali, tra Tuscania e Cacciatori di Calabria, lo cercano giorno e notte tra le campagne di Bologna, Ferrara e Ravenna, con l’ausilio di cani molecolari, elicotteri e droni. Il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, prende parte personalmente ad almeno due vertici con chi guida le operazioni. Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, anche lui in visita a Molinella, assicura che “fino a quando non sarà catturato noi non ci fermeremo”. Ma il killer di Davide Fabbri e di Valerio Verri, la guardia ambientale uccisa una settimana dopo, assume la forma del fantasma. I primi fatti di sangue risalgono alla sera dell’1 aprile, quando una persona armata di fucile e di una pistola (risultata rubata due giorni prima ad una guardia giurata) fa irruzione in un bar di Riccardina di Budrio e nel tentativo di rubare l’incasso della giornatauccide con un colpo il titolare Davide Fabbri dopo aver minacciato la moglie. Una settimana dopo, il 7 aprile, avviene il primo avvistamento durante un controllo a Portomaggiore, nel ferrarese. Le due guardie ambientali di pattuglia vengono prese d’assalto dalla furia del killer che spara sei colpi di pistola mettendone a segno 5, uccidendo il volontario Valerio Verri e ferendo gravemente il collega Marco Ravaglia.

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