Cronaca

Il 14 settembre si torna a scuola, Azzolina esclude lockdown. E Garattini boccia l’ordinanza

La ministra Lucia Azzolina ha firmato l’ordinanza che stabilisce l’avvio delle lezioni per l’anno scolastico 2020/21 dal giorno 14 settembre 2020. La data prevista dall’ordinanza vale per tutte le scuole dell’infanzia, del primo ciclo e del secondo ciclo di istruzione appartenenti al sistema nazionale di istruzione, compresi i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, su tutto il territorio nazionale.

Le Regioni adotteranno, poi, le determinazioni di propria competenza in materia di calendario scolastico, ferma restando la necessità di effettuare almeno duecento giorni di lezione, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. E così ogni regione ha stabilito date orientative di rientro, chi anticiperà al 7 settembre, chi invece andrà più tardi, il 24 settembre. La Provincia Autonoma di Bolzano sarà la prima a riprendere l’attività scolastica il 7 settembre con la scuola che invece chiuderà il 16 giugno 2021. Il 7 torneranno in classe anche gli studenti di Sicilia, Liguria, Basilicata, Umbria, Abruzzo, Trento, Piemonte, Valle d’Aosta ed Emilia Romagna e probabilmente anche la Campania. Il 14 settembre, data ufficiale, toccherà a Lombardia (ultimo giorno 8 giugno 2021) e Lazio.

Il 15 settembre sarà la data di rientro per la Toscana che concluderà l’anno il 10 giugno, mentre le Marche, che inizieranno sempre il 15 finiranno l’anno scolastico il 5 giugno del 2021. Un unica regione riprenderà le lezioni il 24 settembre, la Puglia. Inizialmente anche la Campania aveva stabilito un tardivo ritorno tra i banchi di scuola, ma molto probabilmente la data sarà anticipata. Nel corso dell’anno scolastico saranno previste interruzioni della didattica nei giorni del 2 novembre 2020, 7 dicembre 2020, dal 23 dicembre 2020 al 5 gennaio 2021 per le vacanze natalizie, dal 1 aprile 2021 al 6 aprile 202 per le vacanze pasquali, 31 maggio 2021 e 1 giugno 2021.

Silvio Garattini

“Escludo che si sarà un nuovo lockdown generalizzato come quello che c’è stato. A marzo non eravamo preparati, siamo stati travolti da uno tsunami. Ma l’Italia ha reagito molto bene – ha spiegato il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina -. L’Italia dovrebbe smetterla di autoflagellarsi pensando che tutto quello che si fa è sbagliato e l’erba del vicino è sempre più verde”, ha sottolineato la ministra a proposito della riapertura delle scuole prima della fine dell’anno scolastico in altri paesi europei.

“Sono invece – ha aggiunto – molto orgogliosa di come questo governo abbia gestito il coronavirus e l’istruzione. Lo vediamo anche rispetto a quello che, ahimè, sta succedendo in altri paesi del mondo. Credetemi, per me chiudere le scuole è stato un dolore enorme, una ferita che mi porterò dietro per sempre ma è servito a salvare vite umane. Sarebbe stata una follia riaprire le scuole”. Azzolina ha poi annunciato che “i concorsi si faranno fra fine settembre e inizio ottobre”. “Quest’estate faremo delle immissioni in ruolo dal concorso 2016 e dalle vecchie graduatorie ad eseruomento – ha concluso -. Al Mef abbiamo chiesto l’assunzione di 80mila persone”.

Molto critico il noto farmacologo Silvio Garattini sulla riapertura a settembre. “Penso ad affermazioni che vengono date come sicure, al ministro che dice ‘abbiamo ordinato 3 milioni di banchi’ come si potessero ottenere in 15 giorni – tuona il farmacologo -. Non sembra una soluzione di buonsenso in molte regioni cominciare il 14 per avere il 21 le elezioni con la chiusura delle scuole e poi di nuovo la ripresa. Sono situazioni che secondo me delimitano quello che è l’atteggiamento politico e, alla fine, di una popolazione: lo scarso interesse per la scuola”.

Confermato intanto anche il recupero dei “debiti” relativi al precedente anno scolastico a partire dal 1 settembre. Gli studenti, che non hanno più rimesso piede a scuola dopo lo stop previsto dal dpcm del 4 marzo causa Covid, troveranno quindi diverse novità: igienizzanti per le mani, regole sul distanziamento, nuovi insegnanti assunti grazie alla riapertura delle graduatorie provinciali e, se la procedura dovesse concludersi in modo positivo, anche “banchi di nuova generazione”. Ma su questo le polemiche non accennano a spegnersi.

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