Il 28 luglio scatta ‘bisonte selvaggio’. Ma gli autotrasportatori sono divisi

15 luglio 2014

Il 28 luglio scatta ‘bisonte selvaggio’. Gli autotrasportatori sono pronti a tornare in strada “per scongiurare l’estinzione dell’agricoltura siciliana”. Ma all’interno, la stessa categoria è già spaccatura. “Se non dovessimo ottenere quello che chiediamo, e cioè norme di salvaguardia per i nostri prodotti, il prossimo 28 luglio ci sarà un concentramento al casello autostradale di Tremestieri Etneo per dare vita a un nuovo 16 gennaio. Non sarà una protesta di mezza giornata, ma andremo avanti a oltranza perché siamo stanchi di aspettare chi non ci risponde”. È quanto annuncia il del leader dei Forconi Mariano Ferro, dopo l’ennesima assemblea svoltasi in provincia di Ragusa. Nel chiedere l’aiuto dei Comuni e dei sindaci “per far partire il maggior numero di autobus e portare a Tremestieri più gente possibile”, Ferro evidenzia infine che “la lotta che abbiamo condotto in provincia di Ragusa può fare da apripista per la Sicilia e la Sicilia può farlo per tutta l’Italia”.

La Fai Sicilia si tira fuori, annunciando che “non parteciperà al fermo di 5 giorni a partire dal 28 luglio proclamato da alcune associazioni di categoria in Sicilia”. “Non è infatti vero che il governo non ha mantenuto i patti, l’ecobonus, seppur con notevole ritardo, è stato corrisposto alle aziende virtuose – afferma Giovanni Agrillo, presidente regionale della Federazione Autotrasportatori Italiani – Sorge quindi il dubbio che la protesta sia strumentale, organizzata ad hoc per tutelare imprenditori che non hanno ricevuto il contributo perché ritenuti irregolari secondo normativa vigente. Se così fosse – prosegue in rappresentante dei trasportatori – sarebbe molto grave: non è possibile mobilitare i lavoratori per false battaglie, avventure sindacali dallo scarso valore pratico che come unico risultato avranno solamente quello di deprimere ancor di più il tessuto produttivo siciliano”. Una frecciata la lancia anche ad altre sigle sindacali. “Trovo inoltre molto singolare – prosegue Agrillo – che Trasportounito aderente a Confetra, notoriamente contraria ad azioni di fermo, abbia scelto di aderire a tale iniziativa. Sollecitiamo il governo a lavorare per la costruzione del tavolo Stato-Regione promesso, necessario alla discussione e quindi alla risoluzione delle problematiche dell’autotrasporto siciliano peculiari rispetto a quelle vissute dai colleghi oltre Stretto”.

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