Il “blocco” e l’attacco ai vescovi di Salvini rovinano flirt con Forza Italia

CRISI  CENTRODESTRA Azzurri preoccupati di perdere il voto in vista delle amministrative di Milano di Carlantonio Solimene

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di Carlantonio Solimene

Manca la voce più importante, quella di Silvio Berlusconi, rientrato ieri ad Arcore dopo le ferie agostane nella sua Sardegna. Ma per misurare la temperatura di Forza Italia rispetto all’ultima iniziativa di Matteo Salvini, i tre giorni novembrini di “blocco” dell’Italia per dare la spallata al governo Renzi, basta scorrere le dichiarazioni per una volta unanime di tutti i big del partito. Ad aprire le danze era stato il capogruppo alla Camera Renato Brunetta, che al Tempo aveva definito “pura propaganda” l’annuncio del leader leghista, pur premettendo che la sua era una posizione personale. Il giorno dopo, tuttavia, gli azzurri si attestano tutti sulla stessa linea. Il più tranchant è il governatore della Liguria Giovanni Toti, “Capisco la voglia di manifestare contro la politica del governo, ma non so se bloccare per tre giorni il Paese sia la ricetta giusta” spiega. Tirando poi le orecchie a Salvini per la “fuga in avanti” non concordata con gli alleati: “Ritengo più utile concordare una strategia comune tra tutte le opposizioni. Separati, nessuno di noi vince. Uniti, invece, abbiamo dimostrato la capacità di farlo”. L’accenno alle elezioni non è casuale. Sullo sfondo, infatti, c’è la vicina corsa al Comune di Milano, con Forza Italia che tenta di distinguersi dalle uscite più “estreme” della Lega sia per non farsi dettare l’agenda, sia per non perdere il profilo moderato che nella capitale del Nord potrebbe essere determinante per conquistare il successo. Che passerà, peraltro, anche per la scelta del candidato, altro fronte che rischia di diventare incandescente sull’asse Arcore-Via Bellerio.

A bocciare l’iniziativa di Salvini è anche il capogruppo al Senato Paolo Romano, che accusa il leader leghista di “parlare per slogan come Grillo”, mentre arriva a sorpresa l’endorsement per il leghista di Simone Furlan dell’Esercito di Silvio. Scontata la bocciatura di Ncd, al governo con Renzi, a smarcarsi sono anche i Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto, in procinto di incamerare alla Camera anche i tre deputati tosiani per avvicinarsi al numero minino per vare un gruppo autonomo. Lo stesso Tosi, peraltro, ha accusato Salvini di lanciare solo annunci senza far seguire i fatti “come già successo l’anno scorso per lo sciopero fiscale, finito nel nulla”. A schierarsi con la Lega è invece Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, che rinsalda così un asse che sembrava essersi indebolito fino ad alcune settimane fa. Pur attendendo di conoscere meglio i contorni dell’iniziativa, infatti, la Meloni assicura che “se si tratterà di un’occasione seria per mandare a casa Renzi, Fratelli d’Italia ci sarà, come c’è sempre stata quando si è trattato di costruire un’alternativa alla sinistra che sta mettendo in ginocchio l’Italia”. “Proprio con la Lega – conclude la leader – abbiamo dato vita al Fronte anti-Renzi che ha ottenuto ottimi risultati alle ultime elezioni regionali e siamo determinati a proseguire sulla strada dell’alternativa e della coerenza con proposte concrete per risolvere i problemi degli italiani”. Sulla stessa linea anche Francesco Storace, che però lascia ai lettori del suo Giornale d’Italia la decisione sull’adesione al “blocco” proposto dal leghista, con un referendum on line. Per lanciare la consultazione Storace ha twittato: “L’Italia stanca ha il dovere di non restare a guardare: basta Renzi!”.