Il caso Consip arriva a coinvolgere il governo, con la mozione di sfiducia contro il ministro dello Sport Luca Lotti presentata dal Movimento 5 stelle. Una iniziativa che accende le polemiche, con il caso Consip (in cui oltre a Lotti è indagato anche il padre di Matteo Renzi, Tiziano) che oggi si intreccia, nel dibattito politico, con la condanna in primo grado a 9 anni di Denis Verdini per il crac del Credito cooperativo fiorentino. L’attacco più duro a Lotti e al Pd arriva dal Movimento 5 stelle. Mentre Beppe Grillo dal blog tuona che il caso Consip “è una bomba atomica sulla politica italiana, fare finta di niente è inutile”, i capigruppo pentastellati alla Camera e al Senato, Vincenzo Caso e Michela Montevecchi, presentando la mozione, denunciano che “al di là degli aspetti giudiziari sui quali farà luce la magistratura, riteniamo gravissimo, da un punto di vista politico, il coinvolgimento del fedelissimo di Matteo Renzi, nell’inchiesta Consip”. In questo quadro i pentastellati giudicano “non più tollerabile la presenza di Lotti nel governo Gentiloni”.
Lotti, che ieri si era detto “tranquillo”, non valuta, secondo quanto si apprende, l’ipotesi di un passo indietro. “Ha ricevuto un avviso di garanzia – afferma chi gli ha parlato in queste ore – e di sua volontà si è fatto sentire dai magistrati. I grillini chiedono le sue dimissioni e non quelle della Raggi?”. E’ il concetto che ribadiscono, oggi, diversi esponenti renziani. “Il M5s chiede la sfiducia di Lotti? Viene da chiedersi perché non sfiduciano indagati come Raggi, Mannino, Nuti e De Vita. Forse perché sono del M5s? Ecco la doppia morale grillina”, accusa David Ermini, deputato e già responsabile giustizia del Pd. Stessa linea da parte della vice capogruppo alla Camera Alessia Morani: “Aspettiamo una analoga iniziativa nei riguardi di Virginia Raggi indagata due volte a Roma. La coerenza e l’onestà intellettuale sono elementi alieni all’agire grillino”. Fuori dal Pd, però, il titolare dello Sport trova scarsa solidarietà. Per Roberto Speranza, del neonato gruppo Mdp, di fronte a notizie che “provocano sconcerto”, “non si può far finta di nulla” e chi ha responsabilità deve “fare chiarezza con un linguaggio di verità”.
Forza Italia “apre” alla sfiducia con Maurizio Gasparri: “Personalmente – dice il senatore azzurro – ritengo che se altri gruppi presenteranno mozioni di sfiducia a ministri come Lotti sia difficile non sostenerli”. E secondo Salvini “anche Gentiloni deve andare a casa, anzitutto perché era ministro con Renzi”. In questo contesto, il timore dei renziani è che la vicenda possa influenzare l’andamento del congresso e delle primarie del 30 aprile. “La linea resta quella della fiducia nella magistratura ma certo un po’ di preoccupazione c’è – ammette un deputato renziano -. Alla fine non uscirà fuori niente di penalmente rilevante, ma gli schizzi di fango arrivano e questo può pesare nel dibattito congressuale. Anche perchè qualche candidato potrebbe strumentalizzare la vicenda…”. C’è poi, al di là della vicenda Consip, il timore che alle primarie possano votare elettori non del Pd, ma interessati a indebolire Renzi. “Dovremo stare molto attenti – conclude il parlamentare -, bisognerà controllare tutti i seggi e se c’è qualche dubbio andare anche a vedere i social di chi si presenta alle urne: se uno in passato ha pubblicato post contro il Pd o per il M5s, per esempio, non deve poter votare”.