Il cinema di Wes Anderson, che piaccia oppure no, è inconfondibile. Dalla cura per le scenografie, al contrasto dei colori, fino alle musiche e i personaggi, tutto porta a parlare di un “Wes Anderson touch”. Un tocco, quello del regista texano, al quale da sei anni è dedicata una mostra a New York, che cambia tema ad ogni edizione, a cura della Spoken Gallery di Ken Harman. “Nel 2010 cercavo una nuova idea per una esposizione – ha spiegato – mi sono reso conto del fatto che non era mai stato allestito un art show su Anderson. Quindi l’ho realizzata e ha avuto un buon successo. Abbiamo deciso di riproporla ogni anno”. Alla Joseph Gross Gallery, a Chelsea, quest’anno sono esposte opere di artisti internazionali ispirate alle figure dei padri nel cinema di Anderson, dal capostipite della famiglia Tenembaum al leggendario Steve Zissou, ma con un occhio di riguardo per i personaggi del film “Grand Budpaest Hotel”, candidato agli Oscar quest’anno. “I colori, il decor, i personaggi d’animazione: tutto si presta molto bene all’opera di artisti”, spiega Harman, che conta di andare avanti a lungo con questa iniziativa. “Anderson sforna sempre nuovi film, ogni due anni circa, quindi resta pertinente. Il suo cinema varia molto di volta in volta, spazia dall’animazione per bambini a storie di tutt’altro tipo. Ha una vastissima gamma di possibilità”. (Immagini Afp)