Per il 10 la Conferenza dei capigruppo dell’Ars ha fissato il battesimo del nuovo governo Crocetta, ma a poco piu’ di 24 ore dal roboante annuncio – “Ecco la nuova Giunta” – tutto appare avvolto dalla foschia, nella ricerca di nuovi equilibri tra partiti e poltrone. In un tutto contro tutti che pare il logico prolungamento dell’alto tasso di litigiosita’ che ha gia’ segnato le tre passate giunte con il loro carico di circa cinquanta assessori in tre anni. Solo l’Udc tiene i nervi saldi e professa ottimismo: “Noi vogliamo assicurare stabilita’ alla Sicilia, stiamo facendo la nostra parte per perseguire questo obiettivo – afferma il coordinatore regionale Gianluca Micciche’ – sono pronto e disponibile ad entrare in questa giunta che credo sia di altissimo profilo e destinata a dare stabilita’ alla Sicilia fino alla chiusura naturale della legislatura”. Intanto dopo l’Ncd anche i verdiniani si sfilano ufficialmente da ogni ipotesi di ingresso in Giunta: “Di Crocetta e dei suoi governi e’ noto cosa io pensi: tutto il male possibile”, dice Saverio Romano, coordinatore dei gruppi parlamentari Ala.
E sul riconfermato (fino a questo momento) assessore al Turismo Cleo Li Calzi, data in quota Verdini, taglia corto: “E’ persona che non conosco”. E non ci sono solo settori renziani a evocare le urne. Anche Cgil, Cisl e Uil spiegano che non c’e’ piu’ tempo: “Mentre la politica litiga sulla distribuzione delle poltrone, mentre clientelismo e corruzione dilagano, in Sicilia le emergenze, senza riforme e soluzioni, peggiorano di giorno in giorno. Adesso serve un nuovo governo autorevole, che sia capace di trovare soluzioni immediate per i lavoratori e di sbloccare investimenti per lo sviluppo. Altrimenti e’ meglio andare al voto”. Di certo, come dice il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, “i siciliani non ne possono piu’ di balletti a destra e a manca o di assessori che si alternano, non puo’ continuare l’instabilita’ perche’ e’ l’intero sistema a soffrirne”. (Agi)