Il Dalai Lama compie 80 anni, dubbi sulla successione

Il Dalai Lama compie 80 anni, dubbi sulla successione
21 giugno 2015

Il Dalai Lama ha festeggiato oggi il suo 80mo compleanno con preghiere e celebrazioni a Dharamsala, la località indiana dove vive in esilio. In realtà, il leader del buddismo lamaista tibetano compie gli anni il 6 luglio del calendario gregoriano, ma quella odierna è la data scelta sulla base del calendario lunare tibetano. Il leader spirituale del Tibet ha parlato ai suoi fedeli in esilio e con esponenti indiani a Dharamsala, dove vive dal 1959 quando dovette fuggire dopo un tentativo di colpo di mano contro il dominio cinese. “E’ una grande riunione, con 8mila persone, dignitari da tutto il mondo, che sono venuti per essere parte della celebrazione”, ha detto Tsering Wangchuk, portavoce del governo tibetano in esilio.

L’evento includeva danze tradizionali e una preghiera di lunga vita per il leader spirituale buddista, il quale ha ufficialmente rinunciato al suo ruolo politico, ma mantiene un fitto calendario di viaggi all’estero. Questo mese sarà prima in Gran Bretagna, poi negli Stati uniti. La sua rinuncia alla politica, nel 2011, è stata un avvertimento ai tibetani, che devono prendere atto che egli non vivrà per sempre. “Le due grandi questioni sono cosa accadrà quando egli non ci sarà più e se i tibetani dentro e fuori la Cina cercheranno il suo rimpiazzo alla stessa maniera”, ha commentato Jayadeva Ranade, presidente del Centro per le analisi cinesi e per la strategia di Nuova Delhi. Pechino, come ben sa anche la Chiesa cattolica, promuove religioni nazionali e pretende di avere voce in capitolo nelle scelte dei dignitari. Rispetto al Dalai Lama attuale l’ostilità non si è mai sopita e la sua una valutazione che viene solitamente sintetizzata nella formula “lupo travestito da pecora”.

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Quando questo Dalai Lama sarà morto – lui dice di sperare di morire “all’età di 113 anni” – il problema è quello di chi diventerà Dalai Lama al suo posto. Per il buddismo tibetano, l’anima si reincarna e quindi sarà necessario che lama di alto lignaggio si mettano alla ricerca del prossimo Dalai Lama individuando i segni della reincarnazione. La Cina ha già chiarito che vuole l’ultima parola sul leader spirituale tibetano spetta a lei. C’è un precedente. Nel 1995 Pechino non ha accettato il Panchen Lama, l’altra grande autorità spirituale tibetana, indicato dal Dalai Lama e ne ha nominato uno di sua scelta, facendo scomparire quello scelto dal premio Nobel per la pace. Tenzin Gyatso, questo il nome mortale del XIV Dalai Lama, non ha escluso di essere l’ultimo Dalai Lama. “L’istituzione del Dalai Lama cesserà d’esistere un giorno”, ha detto a dicembre alla Bbc. “Molto meglio – ha aggiunto – se una tradizione centenaria si chiuda con un Dalai Lama popolare”. (Fonte Afp)

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