L’ex presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha lanciato un severo monito riguardo al futuro economico e sociale dell’Europa se non si prendono misure decisive per contrastare il declino della produttività e della crescita. Durante una conferenza stampa a Bruxelles, Draghi ha sottolineato come l’Unione Europea non si trovi in una situazione di crisi immediata, ma piuttosto di fronte a una prospettiva preoccupante di “lenta agonia” se non verranno attuate riforme adeguate.
Draghi ha escluso l’idea di un imminente collasso, respingendo la domanda che suggeriva uno scenario di “agisci o muori” per l’Europa. “Non è un momento del tipo ‘fai così o muori’, è un momento del tipo ‘fai così oppure affronterai una lenta agonia’”, ha dichiarato l’ex premier, indicando un processo più subdolo e prolungato, ma altrettanto dannoso per il futuro del continente.
Un esempio eloquente citato da Draghi è quello del reddito reale disponibile delle famiglie. Negli ultimi 15-20 anni, il reddito negli Stati Uniti è cresciuto al doppio del ritmo rispetto a quello europeo. Questa disparità, unita ad altri indicatori economici, dipinge un quadro di un’Europa che sta perdendo terreno rispetto ad altre economie globali. Draghi ha evidenziato come questa situazione conduca inevitabilmente a una “società che si restringe”, alimentata dall’invecchiamento demografico e dalla bassa crescita economica.
Un aspetto chiave sottolineato dall’ex presidente della BCE riguarda la redistribuzione della ricchezza in una società che si sta riducendo. Nonostante la “torta economica” si restringa, essa viene comunque divisa tra un numero sempre minore di persone, il che potrebbe mascherare il declino per un certo periodo. Tuttavia, quando ci si confronta con questioni di grande rilevanza, come l’occupazione, il welfare e l’innovazione, il problema emerge con maggiore chiarezza.
Il messaggio di Draghi è chiaro: senza una profonda riforma delle politiche economiche e sociali, l’Europa rischia di trovarsi in una situazione di declino progressivo. La competitività del continente, infatti, è messa alla prova non solo dal rallentamento della crescita, ma anche da dinamiche interne come l’invecchiamento della popolazione, la stagnazione della produttività e l’incapacità di mantenere il passo con le altre potenze economiche mondiali.
In conclusione, Draghi ha invitato i leader europei a prendere coscienza della situazione attuale e a intervenire in modo deciso e coordinato per evitare che il futuro dell’Europa diventi una “lenta agonia”. L’alternativa è agire ora, con misure concrete per rilanciare la crescita e rafforzare la produttività, altrimenti le conseguenze rischiano di essere profonde e difficili da invertire.