Il Giappone scommette sulle auto a guida autonoma e impone una forte accelerazione in questo senso. Con una popolazione che è la più vecchia del mondo e il grande bisogno di mezzi di trasporto sicuri e che li rendano indipendenti, per il governo questa è una priorità. E le case automobilistiche cercano di stare al passo. Toyota puntava sugli autobus a guida autonoma, come quelli usati nel villaggio dei Giochi a Tokyo, ma il progetto è stato sospeso dopo un incidente con un atleta paralimpico non vedente. C’è ancora molto da fare e sperimentare. Nissan aveva iniziato i test degli “Easy Ride”, i taxi a guida autonoma, nel 2018, aspettandosi che fossero in commercio dai primi anni del nuovo decennio.
Ma Kazuhiro Doi, vicepresidente del Centro di Ricerca Nissan frena: “L’accettazione sociale non è abbastanza alta. Non siamo affatto maturi. Pochissime persone hanno esperienza di guida autonoma. Senza avere esperienza penso che sia molto difficile accettarla, perché e una cosa troppo nuova”. Ma per gli anziani, soprattutto nelle aree rurali, spostarsi anche solo per la spesa è problematico. “Il punto è come possiamo fornire loro delle alternative. Oggi non hanno modo, quindi devono guidare per sopravvivere per la loro vita quotidiana. Ma se possiamo fornire queste alternative, la vita sarebbe più facile per loro. A volte discutiamo sulla possibilità di strade dedicate alla guida autonoma – ha aggiunto – per ora però non credo che abbiamo bisogno di un tipo di strade dedicate, possiamo trovare una soluzione che possa funzionare insieme agli altri veicoli”. C’è fiducia nel cambiamento, ma i tempi sembrano più lunghi del previsto.