Il malcontento della base scuote Salvini: la Lega Lombarda chiede un cambio di rotta
Il congresso federale del 2025 sarà il banco di prova per il segretario del Carroccio. Le tensioni si accentuano con la crescita di Fratelli d’Italia, che ormai rivendica spazi anche in territori storicamente leghisti
La Lega Lombarda torna a farsi sentire con forza, chiedendo a Matteo Salvini di correggere la rotta. Nel congresso regionale, guidato dal neo segretario Massimiliano Romeo e con l’appoggio del governatore Attilio Fontana, le istanze del Nord tornano protagoniste. Tuttavia, la tensione tra l’identità storica del partito e la svolta nazionale voluta da Salvini resta al centro del dibattito.
Il richiamo all’Autonomia e alle radici del Nord
Fontana è stato il primo a scaldare gli animi, ribadendo la necessità di ottenere “un’autonomia vera, senza i lacci e lacciuoli imposti da Roma”. Non sono mancate frecciate interne, con accuse velate ai parlamentari leghisti del Sud, definiti da Fontana come “nemici” della Lombardia: “Quando vedo certi emendamenti firmati da rappresentanti di altre zone che danneggiano la Lombardia, mi arrabbio come una bestia”, ha detto tra gli applausi.
Anche Romeo, nuovo segretario lombardo, ha sottolineato che il Nord si sente trascurato: “Se non parliamo più del Nord, noi al Nord i voti non li prendiamo più”. Romeo ha invocato un ritorno alle origini, citando Roberto Maroni e il modello di Lega come “sindacato dei territori”. Ha criticato inoltre l’inseguimento a destra e al centro: “La destra sarà sempre Fratelli d’Italia, il centro sarà sempre Forza Italia. Gli elettori, tra una copia e l’originale, scelgono l’originale”.
La difesa di Salvini: unità e strategia nazionale
Di fronte alle critiche, Salvini ha cercato di rassicurare, promettendo che l’autonomia differenziata sarà realizzata “costi quel che costi” e annunciando un congresso programmatico nel 2025. Tuttavia, ha difeso la scelta di trasformare la Lega in un movimento nazionale: “Grazie a quella scelta abbiamo 100 parlamentari e 5 ministri lombardi. Altrimenti saremmo una correntina di altri partiti”.
Salvini ha poi fatto appello all’unità: “Siamo sotto attacco: magistrati, dossier, inchieste. Non litighiamo tra di noi”. Ha ammesso di aver preso decisioni non sempre condivise al 100% in passato, ma ha ribadito la necessità di mantenere la svolta nazionale, pur modulandone gli effetti.
La frattura irrisolta tra Nord e Sud
Nonostante le rassicurazioni, la contraddizione resta evidente. Da un lato, la Lega deve affrontare un malcontento crescente nel suo storico bacino elettorale del Nord; dall’altro, la scelta di spingersi oltre i confini settentrionali è vista come imprescindibile per restare rilevanti a livello nazionale.
Le tensioni si accentuano con la crescita di Fratelli d’Italia, che ormai rivendica spazi anche in territori storicamente leghisti: “A meno di cambiamenti, una regione tra Veneto e Lombardia sarà loro”, ammettono alcuni dirigenti. Intanto, il richiamo alle origini territoriali si fa sempre più forte tra la base, anche se manca una strategia concreta su come differenziarsi rispetto all’attuale azione per il Nord.
Verso il congresso: un’opportunità per Salvini?
Il congresso federale del 2025 sarà il banco di prova per Salvini. Da una parte, la base chiede più attenzione al Nord e una riflessione sull’identità storica del partito. Dall’altra, il segretario difende la necessità di una Lega nazionale per mantenere il peso politico acquisito.
Romeo, rivolgendosi a Salvini, ha chiuso con un invito: “Matteo, ti stiamo portando un’opportunità, non un problema. Preparalo bene, perché può essere lo slancio per tutta la comunità”. Resta da vedere se il leader saprà coglierla o se il malcontento della base si trasformerà in una frattura insanabile.