“Dopo trent’anni di onorata carriera, senza mai aver avuto una sanzione disciplinare, come posso stare umanamente? Lo potete capire”. A parlare è il maresciallo Marco Orlando, ex comandante della caserma dei carabinieri Levante di Piacenza, agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione Odysseus che vede coinvolti altri nove uomini dell’Arma. Interrogato questa mattina dal Gip e del sostituto procuratore Matteo Centini, Orlando si è avvalso della facoltà di non rispondere.
In carcere sono finiti, invece, cinque carabinieri per i reati più vari, tra cui abuso d’ufficio, spaccio, estorsione, peculato e tortura; altri tre militari hanno obbligo di firma e uno di dimora. In tribunale oggi si è svolto anche l’interrogatorio di Mery Cattaneo la compagna dell’appuntato Giuseppe Montella, considerato il leader di una vera e propria “organizzazione a delinquere”. Ha risposto alle domande del Gip e del sostituto procuratore e si è detta estranea all’accusa di spaccio. E’ stato sentito anche Matteo Giardino, il padre di due presunti spacciatori in carcere perché accusato del trasporto di 3,5 kg di droga.
Intanto il procuratore capo di Piacenza, Maria Grazia Pradella, ha compiuto un sopralluogo presso la caserma di via Caccialupo – che resta ancora sotto sequestro – per acquisire nuovi documenti. Slitta invece il sopralluogo dei Ris, perché con ogni probabilità verrà disposto in forma di incidente probatorio. Nel suo giorno di insediamento a Piacenza, il prefetto Daniela Lupo è tornata sul tema dell’inchiesta in un’intervista al Tgr Emilia-Romagna: “La forza dello Stato è negli anticorpi. La capacità di aver fatto venire fuori una realtà così dolorosa è sintomatica di questo. E deve dare fiducia alle istituzioni e ai cittadini. Nessuno è solo”.
Dopo l’azzeramento dei vertici provinciali dei carabinieri, il nuovo comandante Paolo Abrate, il comandante del reparto operativo, Alfredo Beveroni, e il comandante del nucleo investigativo, Lorenzo Provenzano, hanno deciso di incontrare oggi la stampa.