Il modello svedese fa discutere: no lockdown, solo contenimento

3 aprile 2020

Niente lockdown. Niente ospedale tranne che in caso di sintomi gravi e manifesti. Fa discutere il modello svedese. Nella lotta all’epidemia Stoccolma ha scelto una strada diversa rispetto a quella adottata dalla maggior parte dei paesi, tra i quali anche l’Italia. Il paese scandinavo resta aperto ma non mancano le misure di contenimento da rispettare. Scuole chiuse da 16 anni in su, e anche le Università; divieto di assembramento superiore a 50 persone (con previsione di multe e persino reclusione); distanziamento sociale dagli anziani (niente visite negli ospizi ad esempio) e il rispetto di distanze minime nei supermercati ed in altri luoghi al chiuso.

Per il resto la società e l economia svedese restano “aperte”. Tutto come se niente fosse quindi? Niente affatto: ai cittadini è stato chiesto di essere “responsabili” per evitare ogni occasione di contagio. Ci sono pochi divieti, ma anche gli svedesi evitano di uscire. I ristoranti sono aperti, ma la clientela è diminuita notevolmente. Anche i tassisti lamentano un calo consistente di corse. Molti concerti ed eventi culturali sono stati cancellati. “In Svezia abbiamo registrato quasi 5mila casi. Sono stati 500 i nuovi casi nelle ultime 24 ore. Quattrocento persone sono in terapia intensiva e 239 sono i decessi” ha spiegato l’epidemiologo Anders Tegnell. Consulente di Stato nonché autore della strategia svedese contro Covid-19, Tegnell crede che sia “inutile chiudere” per un virus che poco conosciamo e quando l’emergenza potrebbe durare ancora per mesi. Meglio “il contagio graduale”. La strategia adottata dal governo non incontra però il parere positivo di tutti. E ci sarà da capire se a lungo andare non rischi di finire come con la linea light di Donald Trump e di Boris Johnson.

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