Il mondo reagisce ai dazi di Trump: Ue unita, Cina pronta a colpire e Giappone preoccupato. Russia indenne

Vladimir Putin

Vladimir Putin

“Penso che stia andando molto bene”: è quanto ha risposto oggi il presidente americano Donald Trump ai giornalisti che gli hanno chiesto un commento sulla reazione del mercato ai dazi annunciati ieri. “Non avete mai visto niente del genere. I mercati avranno un boom, anche il Paese”, ha aggiunto, stando a quanto riportato da Bloomberg. Intanto, la decisione di Donald Trump di imporre pesanti dazi doganali ha provocato dure reazioni in tutto il mondo. Di seguito i primi, più significativi, commenti alla scelta della nuova amministrazione americana.

Unione europea

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che i nuovi dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump rappresentano un “duro colpo” per l’economia globale. Profondamente rammaricata per questa decisione, von der Leyen ha affermato che gli europei sono “pronti a reagire” e stanno già lavorando a “un nuovo pacchetto di contromisure” nel caso in cui i negoziati con l’amministrazione americana, ardentemente auspicati dall’Ue, dovessero fallire. Secondo von der Leyen, non è “troppo tardi” per negoziare.

Il presidente del Consiglio europeo, António Costa, ha affermato da parte sua che l’Ue rimarrà una “fervente sostenitrice del commercio libero ed equo” ed ha esortato il blocco europeo ad andare avanti “in modo decisivo” con gli accordi commerciali con Sud America, Messico e India.

Germania

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito le decisioni di Donald Trump sui dazi “fondamentalmente sbagliate”, assicurando che l’Europa risponderà “in maniera unita, forte e adeguata”. “Penso che la recente decisione sui dazi del presidente degli Stati Uniti sia fondamentalmente sbagliata. Si tratta di un attacco a un ordine commerciale che ha creato prosperità in tutto il mondo. Un ordine commerciale che è in gran parte il risultato degli sforzi americani”, ha dichiarato, in conferenza stampa a Berlino, dicendo che il Paese è “a disposizione del governo americano per discutere ed evitare una guerra commerciale”.

L’industria chimica tedesca, per la quale gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato di esportazione, ha invitato ieri l’Ue a “mantenere la calma”, sottolineando che “un’escalation non farebbe che peggiorare i danni”. L’associazione dell’industria automobilistica tedesca (VDA) ha affermato che i nuovi dazi “creeranno solo dei perdenti” e ha invitato l’Ue ad “agire unita e con la forza necessaria, continuando a segnalare la propria disponibilità a negoziare”.

Canada

“Combatteremo queste tariffe con contromisure”, ha annunciato il primo ministro Mark Carney, aggiungendo che le nuove tariffe “cambieranno radicalmente” il commercio internazionale. In cifre, il primo ministro canadese ha annunciato dazi del 25% su tutti i veicoli importati dagli Stati Uniti che non siano conformi all’accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Messico e Canada (USMCA), in risposta ai dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

“E oggi, annuncio che il governo del Canada risponderà adeguandosi all’approccio degli Stati Uniti, con tariffe del 25% su tutti i veicoli importati dagli Stati Uniti che non sono conformi all’USMCA (CUSMA in Canada, ndr), il nostro Accordo di libero scambio nordamericano, e anche sul contenuto non canadese dei veicoli conformi all’USMCA provenienti dagli Stati Uniti, le nostre tariffe, sebbene, a differenza delle tariffe degli Stati Uniti, non influenzeranno i ricambi auto, perché conosciamo i vantaggi del nostro sistema di produzione integrato. E non influenzeranno nemmeno i veicoli dal Messico, che sta rispettando l’accordo USMCA”.

Cina

“La Cina esorta gli Stati Uniti ad annullare immediatamente i dazi unilaterali e a risolvere adeguatamente le controversie con i propri partner commerciali attraverso un dialogo equo”, ha affermato il ministero del Commercio, sottolineando che questi dazi “mettono a repentaglio lo sviluppo economico globale”. In assenza di un accordo, Pechino sta valutando “contromisure per preservare i propri diritti e interessi”, ha avvertito, sottolineando che “non ci sono vincitori in una guerra commerciale e non c’è via d’uscita dal protezionismo”.

Francia

Ricevendo all’Eliseo i rappresentanti delle aziende francesi interessate dai dazi annunciati da Washington, il presidente francese Emmanuel Macron ha definito “brutale e infondata” la decisione dell’omologo americano Donald Trump. Macron ha sottolineato che i dazi avranno un “impatto enorme” sull’economia europea, ma anche gli americani ne usciranno “più deboli e più poveri”.

Il presidente francese ha sottolineato la necessità che gli europei “restino uniti”, ammonendo contro la tentazione di “giocare da soli”. Quindi ha chiesto alle aziende di sospendere gli investimenti negli Stati Uniti, almeno fino a quando la situazione non sarà più chiara: “Quello che conta è (…) che gli investimenti futuri o quelli annunciati nelle ultime settimane vengano temporaneamente sospesi finché non avremo chiarito le cose con gli Stati Uniti”. Perché, ha spiegato, “quale messaggio manderemmo se i principali attori europei iniziassero a investire miliardi di euro nell’economia americana in un momento in cui ci stanno colpendo?”.

Italia

“L’introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti nei confronti dell’Ue è una misura che ritengo sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti”, ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l`Occidente a favore di altri attori globali. In ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei”.

Le misure tariffarie adottate dagli Stati Uniti sono “estremamente deplorevoli”, ha affermato il ministro del Commercio e dell’Industria Yoji Muto, aggiungendo di avere “fortemente esortato Washington a non applicarle al Giappone”.
“Nutriamo serie preoccupazioni circa la loro conformità alle norme (dell’Organizzazione mondiale del commercio) e all’accordo commerciale tra Giappone e Stati Uniti”, ha affermato il portavoce del governo Yoshimasa Hayashi.

Regno Unito

Il Regno Unito vuole raggiungere un accordo con gli Stati Uniti per “mitigare” l’impatto dei dazi e non intende reagire immediatamente, ha annunciato il segretario al Commercio Jonathan Reynolds.

Taiwan

Taiwan ha definito “totalmente irragionevole” la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre nuovi e pesanti dazi globali ed ha affermato di volere avviare “seri negoziati” con Washington.

Thailandia

La Thailandia, colpita da dazi del 36%, ha affermato che i suoi esportatori dovrebbero cercare nuovi mercati, aggiungendo di avere predisposto “misure di mitigazione” per supportare coloro che dipendono principalmente dagli Stati Uniti. In una dichiarazione, il governo thailandese ha affermato di avere compreso il desiderio degli Stati Uniti di “riequilibrare le relazioni commerciali” e di avere “espresso la sua disponibilità a impegnarsi in un dialogo con gli Stati Uniti alla prima opportunità per raggiungere un equo equilibrio commerciale”.

Brasile

Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha dichiarato che il suo Paese prenderà “tutte le misure appropriate per difendersi” dai dazi sulle importazioni imposti dall’omologo statunitense Donald Trump. “Di fronte alla decisione degli Stati Uniti di imporre dazi aggiuntivi sui prodotti brasiliani, adotteremo tutte le misure appropriate per difendere le nostre aziende e i nostri lavoratori”, ha dichiarato in occasione di un evento nella capitale, Brasilia.

“Difendiamo il multilateralismo e il libero commercio e risponderemo a qualsiasi tentativo di imporre un protezionismo che non ha più posto nel mondo di oggi”, ha aggiunto Lula. Trump ha annunciato dazi del 10% sulle importazioni dalla più grande economia dell’America Latina.

Russia indenne

La Russia è rimasta fuori dalla nuova ondata di dazi annunciata dal presidente Donald Trump, nonostante resti uno dei maggiori esportatori di fertilizzanti verso gli Stati Uniti. Lo ha spiegato il segretario al Tesoro Scott Bessent in un’intervista a Fox News, sostenendo che le sanzioni imposte a Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022 hanno già ridotto al minimo gli scambi commerciali bilaterali.

I dati del commercio però dipingono un quadro diverso. Secondo le statistiche ufficiali, riportate dal New York Times, nel 2023 la Russia ha comunque esportato beni per circa 3 miliardi di dollari verso gli Stati Uniti, in gran parte fertilizzanti e platino.

La scelta della Casa Bianca di risparmiare Mosca, secondo alcuni osservatori, potrebbe quindi essere un modo per avere nuove misure economiche come arma contro Mosca nei negoziati.

A influenzare la decisione potrebbe essere anche la necessità di contenere i costi per gli agricoltori americani. La Russia è infatti il terzo maggior fornitore di fertilizzanti esteri per gli Usa.