Il padre di Lo Porto: “Perché quattro mesi per dare la notizia?” (VIDEO)

Il padre di Lo Porto: “Perché quattro mesi per dare la notizia?” (VIDEO)
24 aprile 2015

“Di lui mi sono rimasti soltanto una foto di quando era piccolo, un ritaglio di giornale dopo il suo rapimento e l’ultima lettera che mi ha scritto quattro anni fa: papà non ti preoccupare, va tutto bene”. Lo dice Vito Lo Porto, il padre di Giovanni, il cooperante rapito e rimasto ucciso a gennaio in un raid Usa in Pakistan, al quotidiano “La Nazione”. Vito Lo Porto vive a Pistoia da 20 anni, da quando ha lasciato Palermo. “Il Pakistan era il suo grande amore. Amava tutto di quel Paese e ora noi non avremo di lui nemmeno un corpo su cui piangere”, racconta al quotidiano. “L’ultima volta che ho visto Giovanni – dice – è stato quattro anni fa. E’ venuto a trovarmi a Pistoia senza avvisarmi, perché voleva farmi una sorpresa”. Adesso “Obama si è scusato, ma lui è morto. Non riesco a comprendere perché si è atteso quattro mesi prima di dare la notizia. E come fanno – conclude – a essere sicuri che sia lui, se di lui non c’è più niente?”.

Intanto stamattina il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in una informativa alla Camera ha detto che il premier Matteo Renzi è stato avvertito della morte del cooperante dal presidente Obama “nella tarda serata del 22 aprile”. “L’ultima evidenza per la quale Giovanni Lo Porto risultava in vita risale allo scorso autunno”, ha spiegato Gentiloni. Il cooperante, attivo da anni nell’organizzazione basata in Germania Welthungerhilfe, è rimasto ucciso lo scorso gennaio in un raid compiuto da un drone Usa in Pakistan. “Il governo italiano prende atto di queste affermazioni e prende atto dell’impegno alla massima trasparenza assunto dal presidenze degli Stati Uniti Obama”, ha aggiunto il titolare della Farnesina. Le verifiche Usa, ha aggiunto il ministro, hanno richiesto un tempo prolungato “per la particolarissima natura del contesto dell’azione antiterrorismo”, “un’area di guerra che non consentiva un rapido accesso al compound” bombardato “per identificare le persone rimaste colpite”. Lo Porto era stato sequestrato da un gruppo terrorista nel gennaio 2012.

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