Il Papa al Gemelli: progressi graduali e nomine apostoliche
Condizioni stabili e nuove nomine mentre si definisce il futuro del Sinodo fino al 2028

Un mese di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma non ha fermato Papa Francesco, che continua a mostrare segni di miglioramento pur rimanendo sotto stretto monitoraggio medico. “Serve ancora terapia ospedaliera. Ulteriori graduali miglioramenti”: così recita l’ultimo bollettino medico diffuso nella serata di oggi dalla Sala stampa della Santa Sede, offrendo un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice. Le sue condizioni cliniche, stabili negli ultimi giorni, confermano i progressi evidenziati nell’ultima settimana, alimentando un cauto ottimismo tra i fedeli e gli osservatori della Santa Sede.
Ossigenoterapia e fisioterapia
Il trattamento medico di Bergoglio si basa su un approccio integrato: l’ossigenoterapia ad alti flussi prosegue con successo, consentendo una riduzione graduale della ventilazione meccanica non invasiva, utilizzata ormai solo in misura limitata durante le ore notturne. A questo si aggiungono sedute di fisioterapia motoria e respiratoria, fondamentali per il recupero fisico del Papa, che da oltre un mese affronta una degenza resa necessaria da problemi respiratori. I medici del Gemelli, in coordinamento con il personale sanitario del Vaticano, sottolineano che le terapie stanno portando a “ulteriori, graduali miglioramenti”, anche se la permanenza in ospedale resta per ora indispensabile.
Preghiera e Angelus scritto
La giornata tipo di Francesco riflette un equilibrio tra cure e spiritualità. Oggi, come riferito dalla Sala stampa, il Santo Padre ha dedicato ampio spazio alla fisioterapia, ma non ha rinunciato a momenti di preghiera e riposo, elementi centrali della sua routine anche in questa fase delicata. Domani, domenica 16 marzo, l’Angelus sarà nuovamente proposto in forma scritta, una prassi adottata nelle ultime settimane per evitare sforzi eccessivi e permettere al Papa di concentrarsi sul recupero.
Nomine e decisioni
Nonostante le limitazioni imposte dalla malattia, Papa Francesco non ha interrotto il suo ruolo di guida della Chiesa universale. Oggi ha annunciato una serie di nomine che testimoniano la sua attenzione agli equilibri diplomatici ed ecclesiali. Tra queste spiccano la designazione di monsignor Giancarlo Dellagiovanna come nunzio apostolico in Burkina Faso – con contestuale elevazione alla dignità di arcivescovo e assegnazione della sede titolare di Sistroniana – e quella di monsignor Kurian Mathew Vayalunkal come nunzio apostolico in Cile. Inoltre, il Pontefice ha nominato monsignor Paul Nguyen Quang Dinh vescovo ausiliare di Hung Hoá, in Vietnam, affidandogli la sede titolare di Voncaria. Queste scelte riflettono la volontà di Francesco di mantenere viva la missione della Chiesa anche in un momento personale di fragilità.
Il Sinodo come eredità del pontificato
Un altro segnale della sua lungimiranza è arrivato con la definizione di un calendario di appuntamenti per le Chiese locali fino al 2028, pensato per consolidare il processo sinodale avviato negli ultimi anni. In una lettera indirizzata ai vescovi di tutto il mondo, il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, ha spiegato che l’11 marzo il Papa ha approvato un percorso di accompagnamento e valutazione della fase attuativa del Sinodo. Questo itinerario coinvolgerà non solo diocesi ed eparchie, ma anche conferenze episcopali, Chiese orientali cattoliche e realtà come istituti di vita consacrata, associazioni laicali e movimenti ecclesiali. L’obiettivo è creare una rete globale di dialogo e riflessione, che troverà il suo culmine in un’Assemblea ecclesiale in Vaticano nell’ottobre 2028. “Il processo sinodale non si è concluso”, ha sottolineato il Papa attraverso questa iniziativa, dimostrando la sua determinazione a lasciare un’impronta duratura sul futuro della Chiesa.
Intanto, al Gemelli, il personale medico continua a monitorare con attenzione l’evoluzione del quadro clinico. Sebbene i bollettini parlino di stabilità e miglioramenti, la cautela resta d’obbligo: la salute di un Pontefice ottantottenne richiede tempi e attenzioni che non possono essere affrettati. Tra i fedeli radunati ogni giorno nei pressi dell’ospedale, cresce la speranza di rivedere presto Francesco affacciarsi alla finestra del decimo piano, come avvenne durante altri ricoveri in passato. Per ora, però, il Papa si affida alla scienza medica e alla preghiera, mentre il mondo cattolico segue con apprensione e fiducia il suo cammino di guarigione.