Pavel Filatiev è arrivato in Francia – dove ha appena chiesto asilo politico – dopo essere scappato dalla Russia e dall’esercito, in cui era paracadutista. La sua unità è stata impegnata in combattimenti sul fronte Sud in offensive su Kherson e Mykolaiv, poi in estate è stato evacuato dal fronte per via di un’infezione oculare. “Non avevamo il diritto, moralmente, di attaccare un altro paese, soprattutto quando è quella a noi più vicina”, ha scritto in una denuncia di 141 pagine postata in agosto sul social network russo VKontakte. Filialtev ha denunciato la corruzione e il caos nelle file dell’esercito russo, e nella società russa in generale. “Mitragliatrici arrugginite e tattiche vecchie, quelle dei “nostri nonni” denuncia l’ex paracadutista russo, che punta il dito contro Vladimir Putin. Stando al racconto del soldato 33enne, tra l’altro, i militari russi non sapevano che avrebbero invaso l’Ucraina fino a quando non sono stati costretti a rispondere agli attacchi di Kiev. “Dove stavamo andando e perché non era chiaro – ha raccontato l’uomo -. Era chiaro che era iniziata una vera guerra. Ho scoperto che avevamo l’ordine di andare a Kherson”.
Filatiev si sarebbe reso conto di quello che stava succedendo solo dopo essere stato svegliato da alcuni spari mentre si trovava nel retro di un camion dell’esercito che attraversava il confine alle 2 del mattino del 24 febbraio: “È diventato chiaro che avevamo attaccato l’Ucraina”. Il paracadutista faceva parte della prima squadra inviata sul territorio per l’invasione. Presto però ha lasciato il campo per motivi medici. Pavel se l’è presa pure con il suo Paese: “Non avevamo il diritto morale di attaccare un altro Paese, specialmente le persone a noi più vicine. Quando è iniziato tutto questo, non avevamo alcun odio e non pensavamo agli ucraini come nemici. La maggior parte dell’esercito è insoddisfatta di ciò che sta accadendo lì. Sono insoddisfatti del governo e del loro comandante, di Putin e delle sue politiche, del ministro della Difesa, che non ha prestato servizio nell’esercito. Abbiamo iniziato una guerra terribile. Una guerra in cui le città vengono distrutte e bambini, donne e anziani muoiono”. “In Russia ormai le uniche leggi che funzionano sono quelle repressive”, ha detto infine un’intervista alla Cnn.