“Io ho saputo all’ultimo momento cosa stava accadendo. Quasi per caso. Avevo notato alcune incertezze negli occhi dei miei confratelli. Più di uno di loro mi ha detto: ‘Allora lo celebri tu, eh?’. Io non mi sono tirato indietro. Cosa dovevo fare”. Parla don Giancarlo Mattei, salesiano, il sacerdote che ha celebrato i fastosi funerali del boss Vittorio Casamonica, ieri nella chiesa don Bosco del quartiere Tuscolano, a Roma. “Io – racconta al Messaggero – non sono uscito fuori. Mi hanno raccontato quello che è successo: della carrozza, dei cavalli e dell’elicottero. Io mi occupo di quello che succede dentro la chiesa”. I petali lanciati dall’elicottero, la carrozza con i cavalli, la Rolls Royce, le musiche del ‘Padrino’ e la gigantografia del “Re di Roma”? “Non ne sapevo nulla, non ne ero stato informato. E comunque si è svolto tutto fuori dalla chiesa. Quanto ai manifesti, “ho chiesto chi li avesse messi e chi era vicino a me mi ha riferito che sono stati proprio i Casamonica. Nel frattempo stava arrivando il feretro e non si potevano levare. Poi è iniziata la funzione ed è calato il silenzio”.
Dei Casamonica “ho sentito parlare più volte. Ma personalmente non li ho mai visti né incontrati”. Se avesse saputo che il funerale era di un boss lo avrebbe celebrato ugualmente? “Perché no? Rifiutarlo che cosa significava? Il perdono c’è per tutti. La Chiesa non discrimina, lo l’assoluzione la do a tutti”. La stessa parrocchia rifiutò i funerali a Piergiorgio Welby. “All’epoca – spiega don Mattei – i confratelli si erano detti disposti a celebrare le esequie a Piergiorgio Welby. Ma dall’alto delle nostre gerarchie si presero la responsabilità, anche perché in quel caso la persona abiurò la religione”.