Si dà da fare, Mattia Santori nella sua Bologna. Non solo il 34enne ramifica sempre più il suo movimento delle Sardine, tra vendita di piante di cannabis e manifestazioni culturali, in vista delle amministrative d’autunno, ma ha chiuso anche un contratto di collaborazione con l’amministrazione comunale. Come dire, dopo i Cinquestelle, anche le Sardine vengono incantate dalle sirene del potere. E così Santori, in qualità di presidente dell’associazione “La Ricotta” e il Quartiere Porto-Saragozza del comune di Bologna, firmano un “Patto di collaborazione” per “la rigenerazione e la valorizzazione del Giardino Emanuele Petri in via Felice Battaglia”. Settemilacinquecento euro è l’importo che andrà al leader delle Sardine che potrà avvalersi di “un gruppo informale di cittadini, e si occuperà della manutenzione giornaliera del campo con interventi integrativi di piccola tutela igienica e micropulizia”, riporta la convenzione.
In particolare, Santori, dovrà intervenire “sull’area destinata al calcio, risistemandola per migliorarne la fruibilità e per consentirne anche la destinazione all’attività sportiva del frisbee”. Il progetto dovrà essere realizzato entro fine mese. Insomma, si dà da fare, Santori. E non solo nel lavoro, ma soprattutto in politica. Infatti, è in piena campagna elettorale per queste amministrative. E non certo solo a Bologna, strizzando sempre più l’occhio al Pd di Letta. D’altronde, i Dem dovrebbero essere in debito con le Sardine. Il movimento sarà una nuova costola Pd? O magari una nuova corrente (sarebbe la dodicesima o la tredicesima)?. E dire che i “pesciolini” rivendicavano di non avere bandiere, di non voler essere associati in alcun modo proprio al Pd. Poi, invece, li abbiamo visti in spedizione al Nazareno per un summit con i vertici del partito, come accaduto lo scorso marzo.
Di certo, Santori e i suoi “pesciolini” contribuirono a salvare i Dem alle Regionali in Emilia Romagna del gennaio 2020, blindando la rielezione di Stefano Bonaccini di fronte al tentativo di scalata di Matteo Salvini. E ora, forse, presentano il conto al Nazareno. In sostanza, sono già lontani i tempi in cui Santori strillava “non diventeremo un partito” e “noi non ci candidiamo alle elezioni, non è un nostro obiettivo prendere voti”. Ad annunciare il passo indietro è lo stesso leader delle Sardine, pronto a scendere in campo. “Abbiamo fidelizzato il dialogo con i territori e siamo pronti a prenderci la responsabilità di fare politica” ha detto giorni fa Santori in un’intervista all’AdnKronos, proprio sul tema delle prossime comunali. Le Sardine puntano a liste proprie da affiancare nei Comuni a quelle di Pd, Leu e – ad intermittenza – di M5S e Iv. A Napoli è già realtà. Tra i firmatari del manifesto politico “Mille colori” a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra e M5S, Gaetano Manfredi, c’è proprio Santori. Ma le Sardine guardano anche alle prossime Politiche.