Dopo il trionfo alle europee, la frenata senza il traino della campagna politica centrata sul suo leader Matteo Renzi: i ballottaggi delle elezioni amministrative confermano il ruolo del Partito democratico come prima forza politica nazionale, ma riservano anche amare sorprese agli uomini di Matteo Renzi. Passa da otto a dieci sindaci nei comuni capoluogo in lizza ieri, conquista qualche decina di comuni minori in più, ma incassa anche sconfitte dure. I casi più significativi a Padova (dove vince il leghista Massimo Bitonci col 53,5%), Perugia, con l’affermazione del candidato di centrodestra Andrea Romizi (58%) nel cuore dell’Umbria rossa e soprattutto a Livorno, città simbolo per la storia della sinistra, dove il nuovo sindaco con il 53,1% è Filippo Nogarin del Movimento 5 stelle, protagonista di una clamorosa rimonta visto che al primo turno era staccato di venti punti.
Il Partito democratico si impone dappertutto in Piemonte, sulla scia della vittoria di Sergio Chiamparino alle regionali, e nel resto d’Italia conquista o conserva molti comuni importanti: Bari con Antonio Decaro che non rischia nulla con il 65,4%; Modena, dove Gian Carlo Muzzarelli surclassa (63 a 36%) il rivale M5S; Bergamo dove si impone il manager televisivo ed ex spin doctor della Leopolda Giorgio Gori; Pescara, con il successo largo di Marco Alessandrini, 66,34% contro uno sfidante di centrodestra e Pavia, dove Massimo Depaoli, con il 53,13%, scalza il sindaco uscente di centrodestra Alessandro Cattaneo, noto in passato come animatore del movimento dei “formattatori” del Pdl, contestatori della nomenclatura berlusconiana.
Il centrodestra, che perde una quarantina di città e conferma la sua crisi, a sorpresa si impone, oltre che a Perugia, nella rossa Riccione con Renata Tosi (53,39%) e a Potenza, con la spettacolare rimonta di Dario De Luca (58,54%) in una coalizione guidata da Fratelli d’Italia. Al primo turno De Luca aveva superato il candidato rivale di Forza Italia ma si era fermato al 16,79% contro il 47,82 di Luigi Petrone, candidato del centrosinistra tradito però dai suoi sostenitori: 20mila voti al primo turno, poco più di 11mila al secondo turno e vittoria sfumata. Centrodestra vittorioso anche a Urbino, con una coalizione civica (già annunciato Vittorio Sgarbi assessore “alla rivoluzione”) guidata da Maurizio Gambini, che si impone col 56,10% sulla candidata del centrosinistra Maria Clara Muci.
Anche se non passa a Fano, Modena e in altri ballottaggi nei quali era impegnato, il Movimento 5 stelle dimostra di essere tutt’altro che finito con la conquista di Livorno (dove in funzione anti-Pd ha raccolto voti trasversali dalla destra ma anche dalla sinistra “radicale”) e di un’altra città importante come Civitavecchia, nel Lazio, dove il sindaco sarà Antonio Cozzolino, che ha lasciato al palo il potente democratico Pietro Tidei, due volte deputato e tre volte sindaco della città portuale.
Si è votato ieri fino alle 23 in 148 comuni chiamati al ballottaggio, per 139 di questi il ministero dell’Interno ha gestito direttamente i dati. Solo in Sicilia si può ancora votare nella giornata di lunedì 9 dalle ore 7 alle ore 15. L’affluenza definitiva, secondo i dati del Ministero dell’Interno, è stata del 49,50 per cento. Al primo turno aveva votato il 70,61 per cento degli aventi diritto. (TMNews)