Chiuse le liste, e rimasto orfano del MoVimento Cinquestelle, il Pd, nelle Marche e in Puglia è già a caccia di voti per conquistare le poltrone di governatore. Per Nicola Zingaretti e il suo partito, la strada è in salita. E così i candidati dem alla presidenza delle due Regioni stanno mettendo in campo anche alchemiche operazioni pur di uscire vincenti dalle urne il prossimo 21 settembre. Si parte dal disperato appello ai grillini, che nonostante hanno chiuso la porta in faccia ai dem attraverso Rousseau, big democratici hanno cominciato l’assalto per conquistare l’elettorato pentastellato. Tra i primi a bussare alla porta 5stelle, lo stesso candidato Pd a governatore della Puglia, l’uscente Michele Emiliano. “In Puglia ha prevalso la logica di chi preferisce giocare una partita persa dall’inizio puntando solo su una campagna del dissenso fine a se stesso – dispera Emiliano -. Ma sappiamo cosa succede quando si gioca solo a perdere e demolire: non solo non si genera alcun cambiamento della società ma si finisce per illudere gli elettori e coltivare solo la propria personale rendita di posizione garantendosi un posto da consigliere regionale”. Tradotto: cari grillini non votate la vostra candidata a governatore perché ha già perso prima di competere.
Quanto basta per far saltare in aria la diretta interessata che senza giri di parole sbotta: “Come prevedibile, dopo i tentativi di comprare me e la mia squadra offrendoci poltrone di ogni tipo, da Emiliano e compagnia sono arrivate le minacce e le offese e gli appelli disperati al voto utile – tuona la candidata del M5S alla presidenza della Regione Puglia, Antonella Laricchia -. Peccato che non sia utile per i pugliesi, ma solo per la sua poltrona. I pugliesi invece cercano un presidente operativo che risolva i problemi della comunità e non uno che pensi solo a se stesso e alla sua campagna elettorale”. E’ questa l’aria che tira in Puglia dove il candidato del centrodestra FdI, Raffaele Fitto, sembra avere la strada spianata. Prova n’è la disperata caccia ai voti di Emiliano che addirittura arruola nella propria coalizione Pippo Mellone, sindaco di Nardò, in provincia di Lecce, con un passato nella formazione di estrema destra. Mellone, che è stato anche vicino a Forza Nuova, è l’ispiratore della lista civica Emiliano Sindaco d’Italia: tra i candidati, nel collegio di Lecce, c’è pure il suo assessore alla Cultura, Giulia Puglia.
Stessa musica, se non più stonata per il Pd, suona nelle Marche dove pure il candidato del centrosinistra presidente della Regione, Maurizio Mangialardi, sindaco dem di Senigallia e presidente di Anci Marche, correrà orfano dei grillini e contro un candidato del centrodestra, Francesco Acquaroli, anche lui espressione di Fratelli d’Italia, che i sondaggi lo distaccano di sette punti da Mangialardi. Scenario che allarma il Nazareno e che già vede in campo una big dem a caccia di voti pentastellati. Si tratta della sottosegretaria dem al Mise, Alessia Morani, che nell’esprimere rammarico per il mancato accordo con i 5stelle, tenta di ammaliare l’elettorato grillino: “A questo punto, non possiamo fare altro che un patto con gli elettori del M5s affinché votino il nostro candidato – afferma la Morani -. Sarà nostro compito, in caso di vittoria, coinvolgere comunque il M5s nelle scelte della regione. Non sprechiamo questa occasione”. Dimenticando che proprio l’elettorato 5stelle è quello che con Rousseau ha detto no all’alleanza con il Pd. E’ la politica, bellezza!